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La lotta alla povertà passa da forme avanzate di mobilità

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

10 progetti per aumentare l’accesso a servizi di trasporto più sicuri ed ecosostenibili nei Paesi a basso reddito

La povertà e la disuguaglianza si battono anche attraverso un avanzato sistema dei trasporti. L’High Volume Transport Programme (HVT), un programma di ricerca finanziato dal Foreign, Commonwealth and Development Office (Fcdo), del Regno Unito, ha annunciato nei giorni scorsi che sono stati approvati 10 progetti intesi a contribuire ad aumentare l’accesso a servizi di trasporto più sicuri ed ecosostenibili nei Paesi a basso reddito. I paesi interessati dal programma, che verrà sviluppato nei prossimi due anni, sono: Nigeria, Sierra Leone, Ghana, Tanzania, Etiopia, Kenya, Zimbabwe, Sud Africa e Mozambico.

Nel dettaglio i progetti saranno: ‘TRANSitions2’ di Vectos South Ltd, dedicato alla ricerca sul ruolo del trasporto nel sud del mondo e su come questo possa essere migliorato con soluzioni più pulite, economiche ed efficienti in tutta l’Africa occidentale; ‘City Retrofit for All’ dell’Institute for Transportation & Development Policy, volto a comprendere come massimizzare il potenziale dell’espansione urbana a bassa densità facilitata da interventi orientati ad un miglior sistema di trasporti locali, in particolare in Etiopia e Tanzania; ‘Pianificazione inclusiva dei trasporti resilienti al clima nei paesi a basso reddito in Africa’ dell’Università di York, un progetto concepito per fornire un “quadro di orientamento per un trasporto resiliente al clima” basato su una revisione e una valutazione critica dello stato delle conoscenze, delle migliori pratiche e applicazioni nazionali in Etiopia, Ruanda, Uganda e Zambia.

Tra gli altri progetti: ‘Pavimentazione stradale sostenibile resiliente al clima’ dell’Università di Birmingham, che mira a valutare l’applicabilità di tre tipi di tecnologie di pavimentazione stradale in Etiopia per dimostrare la loro superiorità tecnica ed economica per le condizioni di traffico e ambientali delle strade ad alto volume del paese africano; ‘Nuovi sistemi di trazione per sistemi ferroviari sostenibili’ sempre dell’Università di Birmingham, che intende esplorare soluzioni di trazione convenienti per sistemi ferroviari sostenibili nei paesi sub-sahariani; ‘Africa Urban Mobility Observatory’ dell’azienda GoMetro, volto a utilizzare le applicazioni basate sui Big Data per generare dati e analisi per promuovere una mobilità inclusiva e a basse emissioni di carbonio nelle città di Tanzania ed Etiopia.

‘Sistemi di supporto alle decisioni per reti di trasporto strategiche resilienti nei paesi a basso reddito’ dell’Università di Southampton, inteso a creare il primo sistema di supporto decisionale relativo alle infrastrutture di trasporto multistato in un contesto in via di sviluppo come quello dell’Uganda, del Zambia, del Kenya e della Tanzania.

Dedicati alle donne e alla violenza sulle persone fragili, ‘EMPOWER’, sempre di Vectos South Ltd, che dovrebbe combattere le molestie sessuali nel trasporto urbano africano, sviluppando la capacità dei professionisti dei trasporti di affrontare le aggressioni sessuali su donne e ragazze soprattutto in Nigeria, e ‘Soluzioni per l’identificazione e la prevenzione della tratta di esseri umani’ dell’azienda di sviluppo Cardno Emerging Markets, i risultati del quale informeranno la progettazione e l’implementazione di un programma pilota volto a integrare l’HVT nelle attività di prevenzione e risposta alla tratta di esseri umani in Tanzania e Uganda.

Infine chiude la rassegna dei progetti, ‘Sicurezza personale delle donne, partecipazione e collegamento occupazionale nel trasporto pubblico urbano’ della società Alert Engineering, una ricerca applicata per valutare la sicurezza delle donne, i loro modelli di viaggio sui servizi di trasporto urbano, il loro ruolo nel processo decisionale del settore e le opportunità di lavoro nei trasporti in Etiopia.