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Istat, eccezionale diminuzione del PIL nel 1° trimestre 2020

(come riportato da Rai News)

L’Istituto di statistica nazionale consegna la stima sul PIL del primo trimestre del 2020 con una flessione del 5,3%mai registrate dal 1995

Le previsioni macroeconomiche sul periodo dovuto alla pandemia da coronavirus non erano certo rosee, ma l’Istat corregge al ribasso le stime preliminari di crescita diffuse il 30 aprile scorso, parlando di ‘eccezionale’ diminuzione del PIL nel primo trimestre del 2020.

“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del PIL nel primo trimestre con flessioni del 5,3% in termini congiunturali e del 5,4% in termini tendenziali mai registrate dal primo trimestre del 1995″, ovvero dall’avvio delle serie storiche ricostruite, per le quali è possibile il confronto”

Nel primo trimestre del 2020, rispetto al precedente, “tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo del 5,1% dei consumi finali nazionali e dell’8,1% degli investimenti fissi lordi”, dice l’Istituto diffondendo i conti economici trimestrali.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (nic) a maggio 2020 al lordo dei tabacchi registra una diminuzione dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua. Rileva l’Istat sulla base delle stime preliminari ricordando che la variazione tendenziale era nulla nel mese precedente.

La flessione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%). l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un aumento (indice dei prezzi da +0.8% a +0.9%) mentre l’indice dei prezzi al netto dei soli beni energetici passa dal +1% al +1,1%.

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano lievemente la crescita a maggio da +2,5% a +2,6% tendenziale (+0,7% su aprile) mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,8% di aprile).

A maggio l’inflazione in Italia torna negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell’indice generale fu pari a -0,2%). Lo sottolinea l’Istat nel comunicato che ha diffuso le stime preliminari sull’indice dei prezzi al consumo di maggio.

Tuttavia – si legge nella nota dell’Istituto – a determinare questo andamento è soprattutto la flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un’ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l’inflazione sale infatti a +1,1% e la componente di fondo a +0,9%.

In questo contesto, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,6%), accelerando di un decimo di punto rispetto ad aprile. La spesa delle famiglie in Italia, sul territorio, ha registrato una diminuzione in termini congiunturali del 7,5%. Un crollo che risente in particolare della discesa degli acquisti per i beni durevoli (-17,5%), dalle auto ai mobili. Forte il decremento anche per i beni semidurevoli, in cui rientra l’abbigliamento, (-11,4%). Giù pure il dato relativo ai servizi (-9,2%).

Molto più contenuta la flessione per i beni non durevoli, classificazione dove sono compresi gli alimentari, (-0,9%). E’ quanto emerge dai dati dell’Istat sul primo trimestre. Infine le importazioni e le esportazioni nel primo trimestre del 2020 sono diminuite a livello congiunturale, rispettivamente, del 6,2% e dell’8%.

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