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Infrastrutture strategiche: 219 miliardi investiti, ma solo 11% delle opere è stato finito

Photo credit: thamkx@123RF.com

La situazione a ottobre 2019 nel rapporto Cresme-Camera presentato ieri a Montecitorio. Le schede opera per opera

Riportiamo l’articolo di Massimo Frontera scritto per Edilizia e Territorio sulla presentazione del rapporto del Centro studi Cresme sulle Infrastrutture strategiche e prioritarie 2020.

Il costo delle opere strategiche indicate come prioritarie e programmate dal governo è pari a poco più di 219 miliardi, per complessivi 615 lotti nelle varie regioni d’Italia. Si legge nel rapporto sulle “Infrastrutture strategiche e prioritarie 2020” realizzato dal Creseme con il centro studi della Camera dei deputati in collaborazione con l’Anac e presentato ieri alla Commissione Ambiente di Montecitorio.

Il rapporto fa il punto sull’attuazione della programmazione e della realizzazione dei programmi infrastrutturali fino alla data del 31 ottobre 2019. Contestualmente alla presentazione del rapporto 2020, la Camera ha anche aggiornato (sempre al 31 ottobre 2019) le singole schede dei progetti che possono essere consultate sul “Silos”, cioè il sistema informativo legge opere strategiche, accessibile dal sito della Camera dei deputati.

Il costo complessivo delle opere strategiche – includendo sia quelle prioritarie, sia quelle non prioritarie – attualizzato al 31 ottobre scorso è pari a 273 miliardi di euro, di cui 219,006 miliardi di rappresenta il valore delle sole opere strategiche indicate come prioritarie.

Dall’analisi emerge che il 50% del valore riguarda interventi in fase di progettazione (283 lotti per quasi 109 miliardi), il 21% riguarda cantieri aperti con lavori in corso (149 lotti per 45,8 miliardi), l’11% riguarda opere ultimate (129 lotti per 24,1 miliardi), il 5,5% dei programmi e degli interventi prioritari riguarda lavori in gara o aggiudicati (22 lotti per 11,6 miliardi), il 4,5% del valore risulta contrattualizzato ma con lavori non ancora iniziati (per 9,94 miliardi) e, infine, l’8% riguarda lotti con contratto rescisso o con stato di avanzamento “misto” (opere costitute da più lotti con stato di avanzamento differente), per 18,5 miliardi di euro.

Rispetto al costo dei programmi e degli interventi prioritari, pari appunto a 219,006 miliardi, il rapporto evidenzia che «le disponibilità finanziarie ammontano complessivamente a circa 155,420 miliardi di euro con un fabbisogno residuo di circa 63,586 miliardi».

Attualmente, quindi, le risorse disponibili coprono il 71% del costo. Le risorse disponibili, segnala inoltre il rapporto Cresme-Camera, sono arrivate negli ultimi anni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e dai fondi per il finanziamento degli investimenti delle legge di bilancio 2017 (rifinanziato dalla legge di bilancio 2018) e dal fondo della legge di Bilancio 2019.

Tra le infrastrutture prioritarie il 48% del costo (pari a circa 105 miliardi) riguarda le ferrovie, il 34% strade e autostrade (per 74 miliardi), il 13% riguarda i “sistemi urbani” (per circa 28 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (circa 26 miliardi).

Inoltre, il 2% del costo riguarda gli aeroporti (circa 4 miliardi), l’1% riguarda porti e interporti (2,5 miliardi) e poi c’è il Mose di Venezia che con un costo di 5,5 miliardi circa rappresenta il 3% del costo totale.

Quanto alla distribuzione geografica, il 54% dei lotti prioritari è localizzato nelle regioni del centro-nord, per circa 51,5 miliardi, riguarda lavori ultimati (circa 13 miliardi), in corso di realizzazione (circa 29 miliardi) o con contratto sottoscritto (poco più di 9 miliardi).

Nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, la quota di lotti prioritari è del 47%, per circa 25,4 miliardi (circa 11 miliardi i lotti ultimati, 14 miliardi i lotti in corso e circa 500 milioni i lotti con contratto).

Il rapporto Cresme-Camera sulle opere strategiche

Il sistema Silos che le schede delle opere (aggiornamento a ottobre 2019)