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Immuni: il ministero spiega come sarà l’app

Photo credit: AGF

(come riportato da Arcangelo Rociola di AGI)

L’app sarà pronta a fine mese. Il dicastero per l’Innovazione di Paola Pisano intanto ha pubblicato una serie di domande e risposte per raccontare il funzionamento dell’app per il contact tracing

Sarà garantita la privacy: non verranno pubblicizzati i dati personali e non si verrà nemmeno localizzati. Lo garantisce il Governo: secondo quanto spiega il ministero dell’Innovazione, l’app Immuni, scelta dal governo per il tracciamento dei contagi, dovrebbe essere operativa entro la fine del mese.

La finalità dell’app, è precisato, è solo quella di aiutare il governo a combattere le epidemie e allertare gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici o hanno sintomi lievi, si legge nel testo. Il dicastero per l’Innovazione guidato da Paola Pisano ha quindi elencato una serie di risposte alle domande più frequenti sull’applicazione.

COME FUNZIONA IL SISTEMA DI TRACCIAMENTO Il tracciamento, si legge, è basato su tecnologia Bluetooth e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del Gps. L’app non raccoglie alcun dato identificativo dell’utente, come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Pertanto, l’app riesce a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove il contatto sia avvenuto.

COSA SUCCEDE QUANDO SI INSTALLA L’APP Una volta installata da un utente, l’app fa sì che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth. Il segnale include un identificativo di prossimità. Lo stesso vale per l’utente gli altri utenti che scaricheranno l’app. Quando entrano in contatto tra di loro, ogni smartphone registra nella propria memoria l’identificativo di prossimità dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto, incluso quanto è durato approssimativamente e a che distanza erano i dispositivi dei due utenti.

COSA ACCADE IN CASO DI CONTAGIO? Se uno degli utenti è risultato positivo a Covid-19, con l’aiuto di un operatore sanitario potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali si puo’ derivare il suo identificativo di prossimità.

Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche caricate dagli utenti che sono risultati positivi al virus, deriva i loro identificativi di prossimità e controlla se qualcuno di quegli identificativi corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. Se in queste chiavi scaricate dovesse risultare quella di un utente con cui si è entrati in contatto, l’app verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da causare il contagio.

Gli identificativi di prossimità sono generati in modo casuale, senza contenere informazioni sul dispositivo, e vengono modificati diverse volte ogni ora. “Questo rende pressochè impossibile per un malintenzionato sfruttarli per tracciare in qualche modo gli spostamenti di un utente”, si legge nel testo del ministero.

CHE DATI UTILIZZA L’APP? L’app inoltre non traccia gli spostamenti e non usa il Gps. I dati dell’utente non lasciano mai il suo smartphone, precisa il testo, se non nel caso in cui si dovesse risultare positivi al Covid-19 a seguito di un esame. E comunque la decisione finale se scaricare o meno i propri dati sul server centrale è data all’utente stesso, che quindi potrà rifiutarsi di farlo. I dati comunque sono controllati dal ministero della Salute e cancellati entro il 31 dicembre 2020.

CHI GESTIRA’ L’APP?  Immuni sarà interamente gestita dal governo. La società che l’ha sviluppata, Bending Spoons, non verrà pagata in alcun modo perchè ha concesso a titolo gratuito una licenza perpetua e irrevocabile.

SE VIENE SCARICATA POCHE VOLTE È INUTILE?  Se l’app non dovesse essere scaricata da un numero sufficiente di persone, sostiene il documento del ministero, rimarrebbe comunque uno strumento utile perchè potrà comunque contribuire a rallentarla, specialmente in combinazione alle altre misure implementate dal governo. Questo rallentamento, anche se minimo, ridurrà comunque la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale.

CHE DATI RACCOGLIE IMMUNI? – Immuni non raccoglie alcun dato personale, si legge nel testo: nè nome, nè età, nè indirizzo o recapiti mail o telefonici. Raccoglierà solo le chiavi crittografiche che permettono di risalire agli identificativi di prossimità che uno smartphone ha trasmesso agli smartphone degli altri utenti coi quali sei entrato in contatto.

Immuni, si legge infine nel documento, non condivide i dati con nessun altro sito o app. I dati non vengono venduti a nessuno, nè usati per alcuno scopo commerciale, inclusa la pubblicità. Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all’epidemia di COVID-19.