Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Grandi opere: ipotesi Commissario per quelle in ritardo

Photo credit: La Nazione

(come riportato su Nazioni.it)

Rossi: strumento utile, ma concordato con la Regione. Musumeci, “Non credo che le Regioni del Sud abbiano bisogno di essere commissariate”

Bisogna “accelerare gli investimenti e la realizzazione delle grandi opere” e di fronte a questa priorità, secondo il Presidente della Toscana, Enrico Rossi, “l’idea di un commissario speciale per ciascuna di quelle in cui si registrano ritardi potrebbe essere utile, penso ad esempio alla realizzazione della darsena Europa e al corridoio tirrenico in Toscana, o ad altre  opere che sono da troppo tempo ferme”.

Rossi – intervenuto in occasione del convegno sullo sviluppo infrastrutturale organizzato dalla Cisl al Centro studi ricerca e formazione Cisl di Fiesole (Firenze) – ha commentato in questi termini la proposta di un commissario nazionale per ciascuna grande opera lanciata a conclusione del dibattito della segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan.

“Sono disponibile a discutere e vedere quali sono le opere ritenute prioritarie su cui una figura straordinaria potrebbe rivelarsi utile – ha spiegato Rossi – anche se non mi piace chiamarlo commissario.

Sarebbe utile una figura istituzionalizzata con il potere e l’autorità per sostituire l’amministrazione pubblica quando questa non riesce a portare avanti un’opera o non decide in tempi stretti. Non credo sia una lesione della democrazia, anzi. Io stesso sono stato commissario in diverse situazioni e grazie all’uso di commissari sulle opere di sicurezza idraulica sono stati fatti tanti dei lavori che hanno salvato la Toscana dalle alluvioni in occasione delle precipitazioni straordinarie dei miei scorsi”.

“Naturalmente – ha aggiunto Rossi – sarebbe auspicabile che la nomina del commissario venisse concordata tra il ministro e il presidente della Regione, in modo che anche quest’ultimo possa svolgere una sorta di monitoraggio sull’operato del commissario”.

E “Sarebbe inoltre importante che la politica tornasse al  centro delle decisioni, accompagnata da un vero dibattito pubblico,  dove tutti i soggetti coinvolti o interessati partecipano e portano  contributi, spesso anche idee nuove e non convenzionali – ha osservato il Presidente della Toscana – Ma una volta terminata la discussione,  l’opera deve essere fatta, perché la continuità nella pubblica  amministrazione è necessaria e non è possibile per una grande opera  fare una project review con ogni ministro”.

E il Presidente fa qualche esempio: “Del sottoattraversamento fiorentino Tav discuteva già Vannino Chiti quando era presidente della Regione. Ci sono state sette riprogettazioni per la Tav a Firenze.  Dobbiamo assolutamente evitare che ogni ‘genio’ che si alza rimetta tutto in discussione, anche perché in Toscana è noto che di geni ce ne sono tanti”.

Rossi ha avanzato la proposta di una procedura che assicuri la continuità di realizzazione pur nel cambio di amministrazione e che  prevede essenzialmente tre condizioni: un importante dibattito  pubblico, l’impossibilità di tornare indietro con project review su decisioni già prese ed infine la trasformazione del contenzioso  giuridico in contenzioso economico, nel caso in cui ci siano ricorsi  dopo le procedure di gara e assegnazione dell’opera.

Di diverso avviso il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci: “Non credo che le Regioni del Sud abbiano bisogno di essere commissariate. Per noi presidenti che viviamo di consenso il commissario no, abbiamo bisogno di determinare fatturato amministrativo. Se non ci danno gli strumenti, se un’opera pubblica- ammonisce- deve passare da cinque o sei commissioni prima di essere approvato il progetto, è chiaro che non andiamo da nessuna parte.

Allora corriamo velocemente, con la regia romana”.  Musumeci invita il governo ad assumere la guida nello sblocco delle opere pubbliche: “Il governo dia un tempo preciso con delle sanzioni per chi non rispetta il cronoprogramma, ma metterci nelle condizioni di recuperare il divario con il resto del nord. Se il nord già parte avvantaggiato e il sud rimane indietro con le stesse norme del nord, è chiaro che il divario non potrà mai essere recuperato”.