Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

È l’Italia l’economia che pagherà più caro per il virus: “Pil giù del 12,8%”

Photo credit: Jamie Grill/Blend Images – disoccupazione

(come riportato da AGI)

È la previsione contenuta nell’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, il quale stima che il coronavirus abbia già spazzato via 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Per l’economia globale è attesa una contrazione del 4,9%

AGI – Sarà l’Italia a pagare lo scotto maggiore alla pandemia di coronavirus, con un crollo del Pil del 12,8% nel 2020, pari soltanto a quello dell’economia spagnola. È la stima contenuta nell’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, che taglia del 3,7% la previsione pubblicata nel Rapporto di aprile. Nel 2021, l’attività economica italiana rimbalzerà invece del 6,3%, l’1,5% in più rispetto a quanto l’istituto di Washington si attendesse in primavera.

A preoccupare è anche l’andamento dei conti pubblici. Secondo l’Fmi il rapporto tra deficit e Pil nel nostro Paese risulterà pari al 12,7% quest’anno e al 7% il prossimo. Il rapporto tra debito e Pil salirà invece sino al 166,1% nel 2020 per poi calare al 161,9% nel 2021.

L’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia ha avuto effetti “catastrofici” sul mercato del lavoro, si legge nell’aggiornamento, secondo cui la perdita di ore lavorate nel secondo trimestre dell’anno equivale alla cancellazione di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nel Mondo rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

“Crisi senza precedenti”

L’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia mondiale è stato “piu’ negativo” del previsto e il Fondo monetario internazionale taglia le sue stime. Il Pil globale crollerà quest’anno del 4,9%, contro il -3% atteso ad aprile, mentre l’anno prossimo crescerà del 5,4%, lo 0,4% in meno rispetto a quanto l’istituto di Washington si aspettasse in primavera.

Nell’aggiornamento del World economic outlook, l’Fmi parla di una “crisi come nessun’altra” e definisce “incerta” la ripresa. Così come “circondate da un grado di incertezza superiore al solito” restano le previsioni. Molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia e dalla durata delle misure di distanziamento sociale imposte per combatterla. Mentre sullo sfondo crescono i rischi di una bolla finanziaria, con il rimbalzo dei mercati “disconnesso” dalle reali condizioni di salute delle economie sottostanti.

Le previsioni, nazione per nazione

Nei Paesi avanzati il Pil è ora atteso contrarsi dell’8% quest’anno, con un taglio dell’1,9% rispetto al dato pubblicato nel Weo di aprile. Un peggioramento legato al crollo superiore alle attese dell’attività economica nel primo semestre, che suggerisce anche “una ripresa più graduale” per il 2021 e pari al 4,8%. Le previsioni indicano per quest’anno un crollo del Pil dell’8% negli Usa (-2,1%), del 10,2% nell’Eurozona (-2,7%), del 5,8% in Giappone (-0,6%), del 10,2% in Gran Bretagna (-3,7%), del 7,8% in Germania (-0,8%) e del 12,5% in Francia (-5,3%). Per il 2021 il rimbalzo dell’attività economica dell’area è fissato al 4,8% (+0,3%).

Per i mercati emergenti e in via di sviluppo la sforbiciata sulle stime 2020 è invece del 2%, per un calo del Pil stimato adesso al 3%. Si salverà la Cina, dove il lockdown è terminato prima e che, grazie a questo, dovrebbe vedere il suo prodotto salire quest’anno dell’1%. Ma il coronavirus avrà effetti pesanti sull’India (-4,5%). E ancora più devastante sarà l’impatto sull’America latina, dove la pandemia non sembra ancora arrestarsi. L’economia brasiliana si contrarrà del 9,1%, quella messicana del 10,5%. Per l’anno prossimo l’Fmi si attende un rimbalzo del 5,9%, in larga parte trainato dalla Cina (+8,2%). Esclusa l’economia del Dragone, il prodotto dell’area scende del 5% nel 2020 e risale del 4,7% nel 2021.

Il commercio globale si contrarrà dell’11,9% nel 2020, prevede ancora il Fondo monetario internazionale, stima che riflette “la domanda considerevolmente più debole di beni e servizi, incluso il turismo”. In linea con la previsione di una graduale ripresa dei consumi, il commercio dovrebbe invece crescere dell’8% l’anno prossimo.

La crisi economica scatenata dal coronavirus costerà “oltre 12.000 miliardi di dollari” all’economia mondiale nel biennio 2020-202, è la stima fornita dalla capo economista, Gita Gopinath, in conferenza stampa. Si tratta, ha aggiunto, “della crisi peggiore dai tempi della Grande depressione” degli anni Trenta.