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Riprendiamo un articolo di Giorgio Santilli scritto oggi per Enti Locali & Edilizia sul coordinamento del viceministro Cancelleri sui Commissari per gli interventi di opere pubbliche nazionali.
Parla il viceministro Cancelleri che ha avuto la delega dalla ministra De Micheli
La lista dei commissari previsti dall’articolo 9 del decreto semplificazioni è pronta, l’ha stilata la ministra De Micheli e penso che nel giro di qualche giorno la firmerà il presidente Conte. Queste prime opere commissariate saranno una trentina, come annunciato dalla ministra a inizio luglio, e i commissari saranno tutti tecnici.
Io ho avuto dalla ministra la delega a coordinare i commissari ex articolo 9 e intendo farlo con una riunione iniziale di indirizzo e poi con un controllo costante sui cronoprogrammi che ci daremo».
Giancarlo Cancelleri, viceministro pentastellato delle Infrastrutture, promette di fare il mastino, ma parla con toni molto più pacati di quelli usati fino ai primi giorni di luglio, quando il governo stava scrivendo il decreto legge semplificazioni e le tensioni fra Pd e M5s erano alle stelle, proprio sul numero e sui poteri dei commissari straordinari da fare.
«Ora stiamo lavorando bene», conferma Cancelleri. E proprio la delega che la ministra gli ha assegnato sul coordinamento dei commissari è la prova più evidente della pace scoppiata a Porta Pia fra i due principali partiti della colazione. Anche perché la ministra, dal canto suo, ha vinto la battaglia sulle norme del decreto legge relative ai poteri straordinari, imponendo un numero limitato di commissari e soprattutto tenendo per sé il potere di proposta al presidente del Consiglio. I tempi degli scontri sul «modello Genova» sono un lontano ricordo.
Ma ora – finito il percorso parlamentare delle semplificazioni – arrivano le sfide della realtà, quelle che imporranno tempi stretti per i progetti del Recovery Plan, dove le infrastrutture si candidano agli 83 miliardi a fondo perduto.
È su quel terreno che si comincerà a capire se il decreto legge semplificazioni abbia scalfito o almeno intaccato le pesanti procedure burocratiche italiane oppure no. «Sono fiducioso – dice Cancelleri – e penso che il decreto risulterà efficace.
Sarà soprattutto il comma 4 dell’articolo 2 ad accelerare molto le grandi opere di trasporto: è la norma che prevede, in particolare con riferimento alle opere comprese nei contratti di programma dell’Anas e di Rfi, che le stazioni appaltanti possano agire in deroga a tutte le leggi se si fa eccezione per quelle penali, antimafia e per i vincoli Ue».
Commissari “interni” alle stesse amministrazioni appaltanti, si potrebbe dire. Anche su questa norma «fondamentale» Cancelleri ha incassato un pezzo di delega: sarà lui, infatti, a garantire «il monitoraggio funzionale delle opere».
Anche qui, grande attenzione al cronoprogramma. «Se riscontrerò ritardi o negligenze – dice il viceministro – ho intenzione di usare la norma che mi dà la possibilità di proporre alla ministra il commissariamento dell’opera».
Nulla da fare, invece, per le norma che avrebbe dovuto drasticamente accelerare le procedure in corso di approvazione dei nuovi contratti di programma delle due società del gruppo Fs. «Se serve – dice Cancelleri – siamo pronti a intervenire ancora».
Ed è stato proprio il presidente del Consiglio Conte a dire nei giorni scorsi che il decreto semplificazioni che arriva oggi al capolinea è «solo il primo provvedimento del genere cui ne seguiranno altri».
Fra le opere pronte per il commissariamento indicate dalla ministra De Micheli nei primi giorni di luglio ci sono lavori per circa 15 miliardi, in prevalenza ferroviari e stradali. Nel primo gruppo ci sono opere come la Fortezza-Verona (3.371 milioni), la Venezia-Trieste (1.800 milioni), il raddoppio della Genova-Ventimiglia (1.540 milioni), il potenziamento della Salerno-Reggio Calabria (230 milioni). Fra quelle stradali Jonica (1.335 milioni), Roma-Latina (1.516 milioni), il completamento della Tirrenica tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi (1.019 milioni). Cancelleri rilancia anche «gli investimenti nel Sud»: il Recovery Fund dovrebbe destinare «almeno 50 miliardi» alle infrastrutture del Mezzogiorno.
C’è anche l’attraversamento dello Stretto di Messina che Cancelleri ha sdoganato per primo fra i Cinque stelle, ma – dice – «sarebbe sbagliato ora perderci in una discussione infinita fra ponte e tunnel, mentre dobbiamo puntare a realizzare una rete di Alta velocità al Sud». A partire, ovviamente, «dalla Salerno-Palermo».