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Dl Agosto: 600 milioni per ponti e viadotti e 500 milioni in più alle piccole opere dei Comuni

Photo credit: Quotidiani Verticali Web

Proponiamo un articolo di Mauro Salerno scritto per Enti Locali & Edilizia sui nuovi fondi destinati alla manutenzione di ponti e viadotti.

Ok del Senato alla fiducia. Tra le (poche) novità per l’edilizia i fondi per la manutenzione dei viadotti e le piccole opere locali

Arrivano seicento milioni in tre anni per mettere in sicurezza ponti e viadotti. Un’operazione di manutenzione straordinaria che le notizie sui crolli succedutisi in serie negli ultimi anni hanno plasticamente reso non più rinviabile, anche a livello locale.

A questo scopo dovrebbe rispondere il nuovo piano di interventi finanziato con il Dl Agosto, che questa mattina ha ottenuto la fiducia al Senato, con 148 sì, 117 no e nessun astenuto. In questo modo l’Assemblea ha dato disco verde al provvedimento. Il decreto legge, che passa ora alla Camera dove è atteso in Aula giovedì prossimo, deve essere convertito in legge entro martedì 13 ottobre.

L’istituzione del nuovo fondo per la manutenzione di ponti e viadotti presso il ministero delle Infrastrutture è il frutto di uno dei pochi dei pochi emendamenti in materia di appalti e infrastrutture che ha trovato conferma nel testo finale presentato all’Aula di Palazzo Madama dopo l’esame della commissione Bilancio.

Il fondo istituito presso il Mit porta con se una dotazione complessiva di 600 milioni, somma dei 200 milioni all’anno stanziati nei tre anni che vanno dal 2021 al 2023. A distribuire le somme sarà un decreto di Porta Pia, con il concerto del ministero dell’Economia, “da emanare entro il 31 gennaio 2021, previa intesa in sede di Conferenza Stato Città”. Il Dm è uno dei 28 decreti attuativi necessari a rendere effettivamente operative le misure del Dl Agosto, di cui 19 – ha notato la Corte dei Conti – senza scadenza.

I finanziamenti dovranno essere destinati alla messa in sicurezza dei ponti e viadotti esistenti, inclusa “la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti con problemi strutturali di sicurezza”.

La distribuzione dei fondi dovrà tenere conto con del “livello di rischio valutato” in merito alle condizioni di sicurezza delle opere. Il decreto prova anche a stabilire forme di monitoraggio sul corretto impiego dei finanziamenti distribuiti a valle.

Il testo stabilisce infatti che “i soggetti attuatori certificano l’avvenuta realizzazione degli investimenti di cui al presente comma entro l’anno successivo a quello di utilizzazione dei fondi, mediante presentazione di apposito rendiconto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.

Superbonus e ricostruzione terremoto
Qualche altre novità di rilievo arriva sul fronte del superbonus 110%. Due le precisazioni di maggiore impatto. La prima riguarda gli interventi sui condomini che rischiavano di essere bloccati per i piccoli abusi o per le piccole difformità catastali che spesso si riscontrano all’interno dei singoli appartamenti. Il decreto dispone che l’asseverazione ella conformità urbanistica deve riguardare soltanto le parti comuni dell’edificio. Il secondo alleggerimento riguarda l’allargamento delle maglie per dare il titolo di unità immobiliare indipendente in base alla presenza di accessi su strada.

Un’altra novità di rilievo riguarda il capitolo terremoto. Nel decreto compaiono una lunga serie di misure destinate a facilitare le opere di ricostruzione che finora hanno marciato a rilento. Tra queste all’inizio anche un superbonus fiscale del 110% per la riqualificazione sismica ed ecologica aumentato del 55% in alternativa al contributo per la ricostruzione.

La commissione Bilancio ha poi recepito i rilievi della ragioneria dello Stato, modificando la norma sui superbonus per le zone colpite dal sisma, lasciandoli al 110% (non più al 160%) ma aumentando del 50% i limiti di spesa ammessi all’incentivo fiscale, che passano quindi da 96 mila euro a 144 mila euro. La norma vale per “il ripristino dei fabbricati danneggiati, comprese le case diverse dalla prima abitazione”.

Altri 500 milioni per le piccole opere dei comuni
Fin qui le (poche) novità di rilievo per l’edilizia. Sono via via cadute nel corso dell’esame parlamentare tutte le altre norme annunciate per il settore appalti e costruzioni. A partire dall’allentamento della stretta sulle irregolarità fiscali contestate in gara dalle stazioni appaltanti anche se non definitivamente accertate fino al rafforzamento degli uffici tecnici delle stazioni appaltanti per accelerare la progettazione degli interventi attraverso un piano straordinario di assunzioni. Stesso destino toccato all’idea di potenziare il sismabonus per i capannoni.

Confermate invece alcune delle misure già presenti nel testo originario del decreto legge. Come il rifinanziamento del fondo per le piccole opere dei Comuni. Il decreto attribuisce , per il 2021, altri 500 milioni al fondo annuale previsto dalla legge di Bilancio per le opere di efficientamento energetico, sviluppo sostenibile, messa in sicurezza di scuole e edifici pubblici oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche. Il decreto prevede anche, solo per quest’anno lo slittamento dei termini previsti per l’avvio dei lavori (dal 15 settembre al 15 novembre) e di revoca dei fondi per gli enti locali in ritardo (spostato al 15 dicembre).

Tra le conferme anche le misure destinate a stabilizzare i fondi destinati ai Comuni per la realizzazione di progetti relativi a investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile previsti dal Dl Crescita (34/2019) con contributi crescenti (da 50mila fino a 250mila euro) in base alla popolazione.