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Decreto Agosto: per gli incentivi auto 500 milioni di euro

Photo credit: Corriere Web

(come riportato da Gianni Antoniella sul Corriere della Sera)

Altri 410 milioni per l’acquisto di vetture nuove, con o senza rottamazione. Altri 90 finanzieranno le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici

Bollinato dalla Ragioneria dello Stato giovedì 13 agosto, il «decreto Agosto» convertito in legge sta per diventare operativo.

Per il settore auto la nuova norma mette a disposizione 500 milioni di euro. Di questa somma, 410 milioni di euro sono destinati al rifinanziamento (i primi 50 milioni stanziati con il decreto Rilancio sono terminati all’inizio di agosto) degli incentivi per l’acquisto di nuove auto con o senza rottamazione. I restanti 90, invece, costituiscono un fondo destinato a finanziare i privati e le società che vorranno dotarsi di colonnine per ricaricare i propri veicoli elettrici.

Rispetto alla legge approvata il 17 luglio scorso il decreto Agosto cambia le carte in tavola dividendo i modelli incentivabili in quattro fasce anziché in tre, mutando anche gli importi degli incentivi.

Restano fermi, invece, i termini del periodo in cui sono validi questi «stimoli» pubblici, fino al prossimo 31 dicembre e i limiti di prezzo delle auto interessate: 50.000 euro (iva esclusa) per elettriche e ibride plug in appartenenti alla prima e seconda fascia; 40.000 euro (sempre senza iva) per i modelli compresi nella terza e nella quarta.

Per le prime due fasce (da 0 a 20 g/km di CO2 e da 21 a 60 g/km di CO2) non cambia nulla circa l’importo del bonus a disposizione di chi deciderà di acquistare questi mezzi. Per cui, se si rottama un’auto con dieci o più anni (dall’immatricolazione) si possono avere fino a 10.000 euro (6.000 euro senza rottamazione) di incentivi per una BEV (battery electric vehicle) e fino a 6.500 euro (3.500 senza rottamazione) per una PHEV (plug in hybrid electric vehicle).

Nella terza fascia (da 61 a 90 g/km di CO2), a fronte di un veicolo da rottamare, lo Stato mette a disposizione 1.750 euro a cui vanno aggiunti 2.000 euro che chi vende è obbligato a riconoscere al compratore. In pratica, lo sconto sul prezzo chiavi in mano della vettura è di 3.750 euro, che diventano 2.000 in assenza di un “vecchio ferro” da mandare dallo sfascia carrozze.

Nella quarta e ultima fascia, infine, il bonus «pubblico» cala a 1.500 euro, mentre chi vende deve sempre assicurare un ulteriore sconto sul prezzo di 2.000 euro. Il totale, così, diventa di 3.500 euro che calano a 1.750 euro senza la rottamazione. La nuova legge, inoltre, rimodula anche le agevolazioni per chi acquisterà un veicolo usato omologato Euro 6 consegnando per la radiazione un’auto vecchia Euro 0 o Euro 1 o Euro 2 o Euro 3.

Viene istituito un fondo di 5 milioni di euro destinato a finanziare le agevolazioni fiscali (non si paga il 40% degli oneri sul passaggio di proprietà), ma l’entrata in vigore di questo bonus dipende da un decreto attuativo che dovrà essere emanato (non c’è un termine) dal ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Tra le prime reazioni si registra un comunicato dell’Unrae (l’associazione fra le Case estere che operano in Italia) che riconosce lo sforzo statale, ma aggiunge qualche perplessità sulla creazione della nuova quarta fascia e sull’attribuzione di plafond finanziari per ogni fascia (100 milioni più 50 milioni di euro per le prime due sezioni, 150 per la terza e 100 per la quarta).

Il centro studi Unrae prevede un rapido esaurimento dei fondi a disposizione per la fascia da 91 a 110 g/km di CO2 dove si contano più di 110 modelli di auto convenzionali, problema già sottolineato dal presidente di Unrae, Michele Crisci, in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana a corriere.it. Inoltre l’associazione fra le Case estere esprime perplessità sull’impossibilità di trasferire da una fascia a l’altra gli eventuali resti non utilizzati.

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