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De Micheli: “Abbiamo deciso di tenere aperti i cantieri importanti”

(come riportato da Le Strade dell’Informazione)

Al centro di un’intervista, rilasciata dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti a Daniele Manca su Corriere.tv, il ruolo delle infrastrutture come volano di crescita per il paese e il nuovo modello di mobilità a partire dalla “fase 2”

La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, è stata intervistata da Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera, su Corriere.tv. Al centro dell’intervista la ripresa economica dell’Italia, il ruolo delle infrastrutture come volano di crescita per il paese e il nuovo modello di mobilità a partire dalla “fase 2”.

Nel corso dell’intervista la ministra ha ricordato che durante il lockdown “non abbiamo mai smesso di spendere i soldi per le infrastrutture e continueremo a spenderli. Abbiamo deciso di tenere aperti i cantieri importanti. Ad esempio, ieri Rfi ha consegnato il secondo lotto dell’alta velocità Brescia-Verona per oltre 500 milioni di euro e abbiamo un piano di investimenti da 200 miliardi di euro in 15 anni”.

De Micheli ha poi continuato dicendo che gli investimenti sono stati portati a termine con le regole attuali, questo dimostra che se c’è la volontà politica di andare avanti si può fare, sottolineando inoltre che spesso è proprio la volontà politica a bloccare le opere. Il suo ministero proporrà la semplificazione delle procedure, affinché i tempi dei processi autorizzativi per la realizzazione delle opere siano dimezzati, e un potenziamento della progettazione, in vista anche di una mobilità che andrà ripensata in modo del tutto diverso.

Per i trasporti delle persone, per esempio negli aeroporti o nelle stazioni, ci saranno sistemi di distanziamento obbligati con percorsi guidati. Anche per le scale mobili o per i finger sarà la stessa cosa, così come sui bus navetta ci saranno le dovute distanze di sicurezza. Ci vorrà certamente più tempo per imbarcarsi. Fino ad oggi sono stati garantiti trasporti sicuri e così dovrà continuare a essere anche nella fase 2.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, è chiaro che gli autobus potranno essere riempiti non oltre il 50-60% e questo avrà inevitabilmente un costo, in termini di mancata erogazione dei biglietti, per le aziende di trasporto: il governo dovrà farsi carico dei mancati guadagni studiando una serie di misure che verranno proposte al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.

Inoltre, per favorire il distanziamento sociale, è essenziale, anche se non vincolante, supportare la possibilità di erogare biglietti elettronici per evitare code quando si utilizzano mezzi di trasporto pubblico. Affinché il sistema tenga, fondamentale sarà la rimodulazione degli orari di lavoro, perché non c’è alcuna possibilità che il sistema trasportistico regga con le nuove prescrizioni se continuano a esserci picchi tra le 7 e le 10 del mattino e dopo le 18. Questi orari di punta non possono più essere gestiti, dunque serve cambiare le abitudini dei lavoratori e modificare le aperture dei negozi.

La “fase 1” è andata bene dal punto di vista del trasporto delle merci. Gli operatori e le imprese che hanno continuato a lavorare hanno dimostrato alti livelli di professionalità sul piano del coordinamento: “Ci siamo uniti – dice la ministra – e abbiamo costruito non solo percorsi di accordi tra le parti, ma deciso insieme strategie condivise convincendo i partner stranieri che le nostre merci viaggiavano in sicurezza. Quei paesi hanno poi adottato i nostri sistemi di sicurezza.”

Sull’Europa, la ministra De Micheli si è detta ottimista perché crede che lo spirito europeo originario, che è quello che ha consentito la ricostruzione postbellica, incominci non solo a serpeggiare tra i governanti ma realmente tra le persone. E saranno le persone ad aiutare i governi a fare le scelte migliori, che non sono solo di solidarietà ma di comunità. “Noi dobbiamo dimostrare che siamo un grande continente non solo a parole, ma con i fatti.”