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Crolla il mercato dell’alta velocità, senza un vaccino crisi senza fine

Photo credit: Corriere Web

(come riportato da Fabio Savelli sul Corriere della Sera – L’Economia)

Giugno 2019 un’era geologica fa. Scrivemmo su questo giornale che in Italia si era verificato un particolare shift modale per effetto della concorrenza tra due operatori tale che in dieci anni — anche da Torino a Roma con oltre 4 ore di percorrenza — si preferiva viaggiare in treno invece di prendere un aereo.

Ottobre 2020 siamo tornati indietro di almeno dieci anni sull’alta velocità. Con numeri talmente bassi dall’inizio di questo mercato, cioè dal 2009 quando Italo era ancora un foglio bianco e Trenitalia stava accorciando i tempi di percorrenza grazie agli investimenti sulla rete.

Dal 2012 al 2019 la domanda di passeggeri era più che raddoppiata e i prezzi erano diminuiti in media del 40%». Per un totale di 300 milioni di biglietti venduti, considerando anche gli abbonamenti. L’abbiamo per questo ribattezzata la metropolitana d’Italia avvicinando alcune grandi città italiane e permettendo un pendolarismo finora sconosciuto.

Gli utenti poi si accorsero di avere una coscienza di classe e di dover reclamare i loro diritti. Sorse persino un Comitato per mantenere in vita gli abbonamenti che Italo tolse e Trenitalia ci provò senza riuscirvi.

Ora nella nuova era pandemica con il limite del 50% dei posti in ossequio al mantra del distanziamento l’alta velocità ha bisogno di forti sussidi. Ora e anche nel 2021 fino — si presume — alla comparsa di un vaccino contro il Covid-19. Un’analisi dell’economista dell’università Bicocca Andrea Giuricin racconta gli ultimi mesi di alta velocità. Scrive Giuricin che «il traffico si è praticamente azzerato già dalla seconda parte di marzo e la ripresa è avvenuta lentamente a partire dall’introduzione della riduzione del pedaggio nel “decreto rilancio” e dalla possibilità di viaggiare tra le regioni.

Il mercato, nel momento in cui i contagi sono diminuiti durante il periodo estivo, dopo il lockdown, è riuscito a riprendersi, anche se con valori molto inferiori rispetto al 2019. Indubbiamente c’è stata una ripresa estiva, ma i valori di traffico di passeggeri sono rimasti comunque a livelli molto distanti facendo il raffronto mese per mese rispetto all’anno precedente».

Spiega Giuricin che si sta già evidenziando una caduta di traffico rispetto ai mesi estivi, anche per via dell’aumento dei contagi in questo mese di ottobre. Se la situazione dovesse peggiorare le stime portano ad avere un traffico inferiore al 10 per cento per i prossimi mesi e una ripresa relativamente lenta. Se al contrario le misure di contenimento dovessero dare l’effetto sperato, la situazione dovrebbe vedere una caduta più limitata per il mese di novembre e a partire da dicembre già un lento recupero.

Anche nello scenario migliore la domanda avrà numeri molto inferiori rispetto al 2019, anche in tutta la prima parte del 2021. Per questo il presidente di Ntv, Luca Cordero di Montezemolo, sul Corriere della Sera ha appena chiesto contributi pubblici per non essere costretto a chiudere il servizio con oltre 1500 persone in organico. Non basta l’azzeramento della componente B di mercato per il pedaggio sulla rete girato a Rfi.