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Covid-19, la lettera degli studiosi: dai tamponi ai mezzi pubblici, tutti gli errori del governo

Photo credit: Il Sole 24 Ore

(come riportato su Il Sole 24 Ore – Italia)

In un documento firmato da 10 accademici, incluso Andrea Crisanti, si chiede una «operazione verità» sulla gestione della pandemia

Coronavirus, 24.991 nuovi casi e 205 morti in 24 ore

«I sacrifici degli italiani, reclusi per due mesi fra marzo e aprile, sono stati gettati alle ortiche. Noi pensiamo che quello che non è stato fatto fra maggio e ottobre debba assolutamente essere fatto ora».

È l’affondo contenuto in un documento pubblicato da 10 studiosi italiani, per lanciare una «operazione verità» sugli errori che sarebbero stato commessi nella gestione dell’epidemia dalle istituzioni e, in particolare, dal governo Conte.

Il testo è sottoscritto da Nicola Casagli, Pierluigi Contucci, Andrea Crisanti (il virologo che ha ideato il «modello Vo’», fra i pochi casi di successo nel contrasto al virus), Paolo Gasparini, Francesco Manfredi, Giovanni Orsina, Luca Ricolfi, Stefano Ruffo,

I 10 dossier strategici per contrastare la pandemia

Dopo aver evidenziato che il coordinamento e la programmazione delle politiche di tutela della salute erano di competenza di Conte e dei suoi ministri, il documento (pubblicato sui siti della Fondazione Hume, presieduta dal sociologo Ricolfi, e del think tank Lettera 150) analizza i 10 dossier ritenuti strategici: tamponi di massa, scuole in sicurezza, dati epidemiologici accessibili, tracciamento, assembramenti e sanzioni, terapie intensive, distanziamento sui mezzi pubblici, vaccini antinfluenzali, medicina del territorio, Covid hotel.

A dire dei firmatari, l’esecutivo avrebbe fallito su tutti i fronti: «Il problema cruciale di un’epidemia non è portare il numero di contagi vicino a zero, ma mantenerlo basso quando il peggio sembra passato.

Per garantire questo, servono tutte e 10 le cose che abbiamo elencato», si legge nel documento, «serve, soprattutto, un impegno solenne del governo centrale ad attuarle in tempi brevi e certi. Serve un cronoprogramma che specifichi costi, strumenti, fasi di avanzamento, date di conclusione».

Il rischio che corriamo, scrivono gli autori del documento «è grande. È il rischio che, dopo il tempo delle chiusure, quello delle aperture ci restituisca la medesima illusione in cui siamo vissuti quest’estate.

Un intervallo in cui si fa poco per contrastare il virus, ci si illude che il virus sia in ritirata, e così si prepara l’arrivo di una nuova ondata».