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Codice della strada, autovelox in città e multe anche dai netturbini: cosa cambia

Photo credit: Il Giorno

(come riportato da Massimiliano Jattoni Dall’Asén sul Corriere della Sera)

Il Codice della Strada si fa più “bike friendly”

Si tratta di una vera miniriforma del codice della strada (anche se “nascosta” all’interno del dl Semplificazione).

Introducendo la novità degli autovelox in città, i doppisensi ciclabili e una maggiore severità in fatto di soste selvagge, l’intento almeno sulla carta appare quello, come commenta l’ufficio studi dell’Asaps, Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale, di «tutela degli utenti più deboli come i pedoni e i ciclisti».

 Il testo del disegno di legge di conversione del decreto, approvato in settimana al Senato, introduce infatti numerose e importanti novità per il Codice della Strada, che si fa così più “bike friendly”, in un’ottica di stimolo e tutela della mobilità alternativa all’automobile.

Molte delle proposte sono partite dai Comuni stessi, impegnati in prima linea ad affrontare la nuova mobilità al tempo della pandemia, cercando di individuare nuove regole per una “mobilità dolce” in grado di tutelare ciclisti e pedoni.
Vediamo le principali novità.

L’autovelox di quartiere – La novità più eclatante è data dalla possibilità per le amministrazioni di installare autovelox anche nelle strade urbane e di quartiere, come nei piccoli centri. Cosa finora vietata.
Ad autorizzare le nuove postazioni sarà il Prefetto che farà preventivamente un’analisi degli incidenti avvenuti sul territorio e sulle loro cause.

Potere di sanzione a controllori autobus e netturbini – All’articolo 12-bis dedicato a “Prevenzione ed accertamento delle violazioni in materia di sosta e fermata” si legge che il sindaco avrà potere di affidare potere sanzionatorio anche ai dipendenti comunali o alle società (pubbliche o private) che gestiscono le strisce blu.

Potranno dunque firmare multe se l’auto mal parcheggiata occupi “uno spazio minimo indispensabile a compiere le manovre necessarie” ma solo “nell’ambito delle aree oggetto dell’affidamento o a pagamento”.

Anche i controllori degli autobus avranno il compito di regolare non solo la sosta e la fermata, ma anche la circolazione “sulle corsie e strade dove transitano i veicoli adibiti al servizio di linea”. Stessa cosa per i “dipendenti delle aziende municipalizzate o delle imprese addette alla raccolta dei rifiuti urbani alla pulizia delle strade”.

Ma le loro multe sono limitate alle violazioni “connesse all’espletamento delle predette attività”. Se si parcheggia davanti a un cassonetto dell’immondizia la multa non la potrà fare solo il vigile, ma anche il netturbino.

Il pacchetto a tutela dei ciclisti – La miniriforma del codice della strada prevede un vero pacchetto a tutela dei ciclisti con l’introduzione della “strada urbana ciclabile” a unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi e limite di velocità non superiore ai 30 km/h. Questa tipologia di strada avrà un’apposita segnaletica verticale e orizzontale.

Altra novità per i ciclisti è l’introduzione del ”doppiosenso ciclabile” su quelle strade cittadine dove il limite massimo di velocità sia inferiore o uguale a 30 km/h.
Novità anche per gli scooter a tre ruote, che potranno tornare a circolare in autostrada, mentre gli accertatori ed ausiliari della sosta avranno maggiori poteri di sanzionamento nei divieti di sosta.

Le reazioni delle associazioni dei consumatori – Applaude il Codacons la possibilità di installare autovelox fissi in città. Ma con rispetto degli automobilisti.

«E’ oramai provato che gli autovelox sono stati spesso utilizzati dai comuni al solo scopo di incrementare le proprie casse, posizionandoli in modo nascosto o ingannevole in modo da elevare il maggior numero di contravvenzioni, senza alcun effetto benefico sul fronte della sicurezza stradale – afferma il presidente Carlo Rienzi -.

E’ necessario quindi che nelle città tali strumenti di rilevazione della velocità siano installati nel pieno rispetto del Codice della strada e utilizzati per diminuire l’incidentalità nelle strade a scorrimento veloce e in quelle dove si registra un elevato numero di sinistri».

Il sì all’autovelox in città arriva anche dall’Unione Nazionale dei Consumatori, che chiede però che siano i Prefetti a fissare i limiti per evitare il fenomeno delle multe facili. «I limiti di velocità sulle strade urbane, solitamente 50 km/h, non basta che siano solo autorizzati dai prefetti come accade ora», afferma il presidente Massimiliano Dona.

«Bisogna che sia il Prefetto a fissare il limite di velocità e abbia la responsabilità di decidere l’esatta posizione e non il semplice km della postazione di controllo, troppo spesso piazzato in modo nascosto dai comuni subito dopo una curva e non correttamente segnalato e visibile come prevede il Codice della strada» aggiunge Dona. Dovrà anche competere al prefetto valutare la congruità del limite a seconda della strada e controllare la segnaletica.

Le reazioni politiche – Forza Italia boccia la miniriforma del Codice della strada. Il deputato Roberto Rosso, vicecoordinatore regionale degli azzurri in Piemonte e componente della Commissione Trasporti a Montecitorio, ha definito le nuove norme «ideologicamente demenziali.

La Commissione Trasporti aveva raggiunto una condivisione su un testo di buon senso che costruiva un equilibrio tra i diritti degli automobilisti e quelli di tutti gli altri utenti della strada – ha spiegato l’esponente azzurro -.

«Ciò che uscirà dal dl Semplificazioni è invece il vomito di un partito (M5S, ndr) che vuole neutralizzare gli automobilisti e qualsiasi attività produttiva. Daremo battaglia in Parlamento».

Anche la Lega dice il suo no attraverso le parole di Elena Maccanti, capogruppo della Lega alla commissione Trasporti della Camera: «Nel dl Semplificazioni introducono il doppio senso di marcia per i velocipedi, il transito sulle strade riservate al Tpl, la precedenza assoluta nelle strade urbane e a 30 chilometri orari.

Ma soprattutto trasformano i dipendenti comunali, delle municipalizzate e gli ausiliari del traffico in pubblici ufficiali con il risultato che arriverà una pioggia di multe a strascico, senza preavviso, senza notifica e alcuna forma di tutela né obblighi di trasparenza per l’utilizzo dei proventi. Altro che semplificazione, per i cittadini si prevedono solo multe e gravi pericoli per la sicurezza sulle strade».