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Ci sono ancora mille ponti «senza padre» che scavalcano autostrade e ferrovie

Photo credit: Astral Infomobilità

L’Anas conta 987 opere senza un ente responsabile di manutenzione e gestione, in crescita rispetto a un anno fa. Il record di «orfani» è nel Lazio.

Un articolo di Massimo Frontera scritto per Edilizia e Territorio sui circa 1000 ponti in Italia senza gestore.

La piaga dei ponti “senza padre” è ancora viva e diffusa. In Italia ci sono ancora circa mille ponti – esattamente 987 – senza un ente che risulti responsabile della gestione e manutenzione. Un anno fa la piaga il fenomeno dei ponti “orfani” mostrava un trend di diminuzione.

L’Anas, che dal 2018, ha avviato un monitoraggio puntuale, aveva diffuso la notizia che rispetto al precedente numero di 1.425, alla data del febbraio 2019, il numero era già sceso a 954.

A distanza di un anno, però il trend sembra avere invertito la rotta, perché, ad oggi il conto segna un valore vicino alle mille unità. Nella lista c’è un po’ di tutto: dallo sperduto sovrappasso ferroviario in provincia, fino ai ponti stradali nelle grandi città, come a Roma, per esempio, con i casi di una rampa del raccordo anulare (n.561) e di un sovrappasso sulla Pontina (n.563).

Peraltro, confrontando il quadro d’insieme di febbraio 2019 e di oggi, si nota che la crescita è più forte in alcuni aree. L’esempio del Lazio è il più vistoso. Un anno fa i ponti fantasma erano 46, oggi sono 157. I ponti senza padrone aumentano anche in Veneto (da 70 a 91), Marche (da 7 a 17), Emilia Romagna (da 79 a 110), Piemonte (da 33 a 56). Tra le aree con trend positivo c’è invece la Sicilia, che a distanza di un anno vede uscire dal censimento gli 82 ponti sulla rete autostradale, anche se restano nel censimento i 82 ponti nel territorio di Catania e i 28 ponti nel territorio di Palermo). Trend positivo anche in Abruzzo (da 55 a 45), Campania (da 79 a 71), Lombardia (da 110 a 79), Toscana (da 102 a 66). Tra le new entry c’è la Liguria, dove l’Anas ha scoperto 4 ponti senza gestore.

A sollecitare l’Anas sulla sicurezza di queste opere è stata nei giorni scorsi la deputata Sonia Fregolent (Italia Viva) con una interrogazione al MIT. Nella sua risposta il ministero ha appunto riferito che il censimento di queste infrastrutture è in costante e continuo aggiornamento (a questa pagina del sito Anas).

Il MIT ha riferito inoltre che da gennaio 2020, l’Anas «è stata invitata ad estendere l’attività di monitoraggio, sia trimestrale che annuale, in presenza di rischi per la staticità del manufatto, anche a ponti dei quali non sia nota la titolarità», in aggiunta alla ricognizione che normalmente già viene condotta sulle 14.500 “opere d’arte” gestite.

I ponti «orfani », il quadro di sintesi e la lista completa