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Cantieri, mascherine: solo 7 su 62 approvate dall’Inail sono FFP2

(come riportato da Massimo Frontera su Edilizia e Territorio)

“Semimaschera filtrante” prodotta in conformità alla norma Uni En 149:2009 e “Semimaschera e quarti di maschera” prodotta in conformità alle norme Uni En 140:2000. Sono questi i dispositivi di protezione individuale (Dpi) cui la pandemia ha conferito, purtroppo, una notorietà mondiale. Le mascherine sono anche il simbolo del ritorno nei cantieri di migliaia di lavoratori nei prossimi giorni. Questi dispositivi non sono ovviamente i soli da indossare in cantiere, ma sono al momento i più importanti per proteggere le principali vie di possibile contagio (bocca e naso). E servono anche in numero elevato. Per evitare speculazioni, il presidente del Consiglio ha annunciato l’imposizione di un prezzo massimo. «Per le mascherine – ha detto in una intervista a Repubblica – introdurremo presto un prezzo calmierato in modo da evitare speculazioni e abusi di mercato». «Quanto alla riduzione dell’Iva – ha aggiunto – in realtà farò di tutto per pervenire al più presto alla completa eliminazione dell’Iva».

Per accompagnare la ripresa delle varie attività economiche e delle lavorazioni dove il distanziamento di sicurezza non si può rispettare, l’Inail ha stilato una lista di dispositivi “validati” con un iter straordinario. Si tratta di mascherine da lavoro (Dpi) di vari tipi che non hanno il marchio Ce. Tra queste ci sono anche quelle di cui i datori di lavoro dovranno dotare tutti coloro che operano nell’area di cantiere. L’iter straordinario consiste in estrema sintesi nella possibilità di autorizzare anche dispositivi senza il marchio Ce. «La deroga riguarda la procedura di autorizzazione alla immissione sul mercato e la relativa tempistica e non gli standard di qualità dei prodotti che si andranno a produrre, importare e commercializzare», spiega l’Inail. «Terminato il periodo di emergenza, sarà ripreso il percorso ordinario e i DPI, validati in attuazione della disposizione richiamata, dovranno, per continuare a essere prodotti, importati o commercializzati, ottenere la marcatura CE seguendo la procedura standard».

La lista appena pubblicata lo scorso 23 aprile prevede al momento 62 tipi diversi di mascherine da lavoro. L’elenco sarà costantemente aggiornato ogni volta che altri prodotti saranno validati. Al momento, nella lista di 62 mascherine ce ne sono solo sette di tipo FFP2 e nessuna di tipo FFP3. L’aspetto importante da verificare è che la mascherina da fornire al lavoratore corrisponda esattamente a uno dei modelli validati. «La validazione in deroga – spiega infatti l’Inail – è riferita esclusivamente ai singoli modelli di dpi considerati e non è estensibile in alcun modo all’intera produzione/importazione di altri modelli (anche della stessa serie) di dpi da parte delle aziende/ditte indicate». Di ogni mascherina vengono indicate la data della valutazione, il nome del prodotto, il nome del produttore e dell’importatore, oltre a una fotografia del dispositivo. Solo per due tipi di mascherine, le informazioni sono carenti: in un caso manca il nome del produttore, e viene indicato solo il paese di fabbricazione. In un altro caso non si sa neanche da dove viene la mascherina.