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Bonomi: “Serve una classe politica che dia una rotta chiara”

Photo credit: Armando dadi – AGF

(Come riporta una nota di Silvia Inghirami – AGI)

Secondo il presidente di Confindustria troppi Dpcm creano smarrimento.

​”Nessun provvedimento che potremo mettere in campo potrà generare effetti positivi rilevanti e durevoli se la strategia non è compresa e validata da tutti gli agenti economici”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, torna a critica l’esecutivo e la classe politica per come sta affrontando l’emergenza dovuta alla pandemia.

Intervenendo alla 75esima assemblea annuale dell’Unione Parmense degli Industriali, Bonomi ha sostenuto che serve un governo capace di dare “significato alle misure e tracciare la rotta”, che prenda con coscienza le decisioni e le comunichi in maniera chiara.

“Il governo – ha dichiarato – non si rende conto che se non abbiamo fiducia nelle decisioni prese le misure non si tradurranno in niente e lo stiamo già sperimentando: tutti gli interventi di manovra emergenziale si stanno trasformando in risparmio. Durante la pandemia la propensione al risparmio è aumentata del 18%, segno che nessuno ha fiducia in quello che si sta mettendo in campo”. 

“Non possiamo – ha proseguito Bonomi – tutti i sabati sera essere convocati in tv per sentire Dpcm che poi il lunedì sono inapplicabili perchè non abbiamo capito cosa sta succedendo, questo crea solo smarrimento“. 

“Se non diamo prospettive di sviluppo, il reddito non si traduce in spesa e infatti domanda è ferma e tutti gli investimenti sono rimandati. Se l’incertezza economica si salda con l’incertezza della pandemia tutto  si inceppa”.

“Abbiamo necessità – ha aggiunto Bonomi – che un ceto dirigente fortemente criticato nelle elezioni del 2018, che hanno detto al ceto dirigente che aveva fallito”, si ritrovi e dia delle risposte al Paese. “Risposte – ha aggiunto – che sono essenziali”. 

SULLE MISURE ECONOMICHE NON SAPPIAMO CON CHI PARLARE

Confindustria – ha fatto notare-  ha un grande ruolo ma da sola non ce la fa”. “Siamo l’unico corpo intermedio che sta parlando al Paese, in maniera molto equilibrata, siamo forse puntuti negli interventi ma sempre su temi economici. Ma sui temi economici non troviamo con chi parlare: con chi discutiamo di queste cose quando stiamo fermi nelle azioni di governo perché devono essere fatti gli Stati generali, perché si parla di rimpasti, perché c’è un dividendo elettorale come le elezioni regionali?”. 

IL MES E’ NECESSARIO

Il presidente di Confindustria ha quindi ribadito la necessità di ricorrere al Mes e anche su questo ha criticato la classe dirigente: “Prima si dice che se ne deve discutere in Parlamento poi è stato detto che si sarebbe affrontato il tema dopo le elezioni regionali, poi dopo gli stati generali del partito di maggioranza, infine si dice che non lo prendiamo perché è debito, come se tutti gli altri interventi non fossero debito”.

Anche sul Sure Bonomi ha fatto delle osservazioni, sostenendo che è stato “venduto come se fosse esclusivamente finalizzato alla Cig ma nella realtà buona parte nasce con una filosofica di politiche attive”.
   

SERVONO INVESTIMENTI E CAPACITA’ DI REALIZZAZIONE

“Proprio sul dopo – ha insistito Bonomi – siamo fortemente critici: dobbiamo cercare di mettere tutte le risorse in investimenti in capitale fisso, lo abbiamo chiesto dall’inizio di marzo, bisogna pensare a una fase 2 che deve essere dedicata alla crescita e allo sviluppo”.

“Abbiamo a disposizione una massa monetaria mai vista nel Paese: se sommiamo le risorse del Recovery, lo scostamento di bilancio, le misure della Bce e il programma settennale dell’Ue che sta arrivando, parliamo di oltre 400 miliardi. Una cifra mai vista. Però – si è domandato Bonomi – che capacità abbiamo di affrontarlo?”.

Secondo il presidente di Confindustria, occorre fare investimenti in infrastrutture, ma quelle che si stanno realizzando – ha fatto notare – risalgono al Piano Italia del governo Berlusconi. I tempi di impiego e di spesa del Recovery sono per Bonomi incompatibili con i tempi italiani, scanditi da una amministrazione pubblica non efficiente.  

BASTA CON I COMMISSARI    

Bonomi è tornato anche a rimarcare la tendenza a nominare per ogni cosa un commissario “e poi – ha fatto notare – siamo pure in ritardo sulle nomine”. Bisogna quindi cambiare il Paese e “fare riforme che mai si è stati in grado di fare”.

L’Italia è quindi davanti a un bivio: “o siamo in grado con intelligenza di sedersi al tavolo con gli attori sociali e fare le riforme o non saremo in grado di spendere tutti quei soldi” che il Paese ha a disposizione. 

VANIFICATI I SACRIFICI DEL LOCKDOWN   

Il Paese nel primo lockdown ha risposto in maniera esemplare – ha osservato Bonomi – perché le cose da fare sono state dette in modo chiaro; poi i sacrifici sono stati vanificati e ora la gente non è più disposta a ripeterli.

Per affrontare i tanti temi che sono sul tavolo bisogna fare un grande patto per l’Italia, mettersi insieme e definire la società del futuro. Il Paese – ha concluso – è preparato e maturo per fare le scelte necessarie.

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