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(come riportato da TGCOM24)
I Benetton vogliono evitare la loro progressiva uscita (dovrebbero scendere al 10% del capitale) e il conseguente ingresso di Cdp
“Ora basta! Dopo mesi di trattative mi sembra evidente che l’atteggiamento di Aspi sia tutt’altro che ragionevole, o di chi ha intenzione di trovare un accordo. Il Governo non tratta al ribasso! La procedura di revoca (delle concessioni, ndr) è già stata avviata”. Così il vice ministro delle infrastrutture e trasporti, Giancarlo Cancelleri (M5s), in un post su Facebook. Autostrade, nelle ultime ore, era andata nuovamente allo scontro dicendosi pronta a non rispettare l’accordo siglato con il governo a luglio qualora venisse confermato l’ingresso Cdp (Cassa depositi e prestiti) nel capitale al 51%, rendendo di fatto Aspi una public company.
“Atlantia, in data 14 luglio, si è impegnata, sottoscrivendo un documento, al fine di evitare la revoca – ha aggiunto Cancelleri – ma è chiaro che non ci sono le condizioni, perché ieri ci hanno fatto sapere che non intendono rispettare una parte di quegli impegni presi. Se le cose stanno così, la revoca rimane l’unica via”.
Aspi accusa Anas: è scontro – Ponte Morandi avrebbe avuto un difetto di costruzione mai rilevato e che sarebbe emerso dopo due anni di indagini commissionate ad un pool di esperti. A poche settimane dall’inizio del processo per il crollo del Morandi, Autostrade per l’Italia ha inviato al Mit una lettera con una ricostruzione “inedita”, un’ipotesi che potrebbe far cambiare le responsabilità del concessionario riguardo il crollo del viadotto sul Polcevera, anche se non è chiaro se questo difetto sia considerato responsabile del cedimento strutturale avvenuto dopo oltre 50 anni dall’inaugurazione dell’infrastruttura, e proprio nel punto dove non erano stati fatti interventi di manutenzione massiva, nonostante le evidenze di decadimento dei materiali.
La lettera con la perizia di parte sarebbe stata inviata anche ad Anas per interrompere i termini di prescrizione per la richiesta danni: nel caso, infatti, questo difetto fosse certificato anche in sede giudiziaria, Aspi potrebbe riservarsi di chiederne conto alla azienda di stato che negli anni 60 commissionò la costruzione del ponte e poi lo diede in concessione ad Autostrade. Col difetto nascosto.
Anas, la società che nei primi anni sessanta costruì l’opera, ha prontamente replicato: “Un’azione immotivata e priva di reali fondamenti tecnico-giuridici”.