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Autostrade, dalle stazioni di emergenza alle vie di fuga: tutte le “non conformità” delle 105 gallerie

(come riportato da Giovanna Trinchella e Andrea Tundo su Il Fatto Quotidiano)

Centocinque gallerie, a distanza di 13 anni dall’adozione del decreto che imponeva di adeguarle alle norme europee antincendio, ad aprile ancora non erano a norma: in 104 casi mancavano drenaggio, stazioni di emergenza ed erogazione idrica. Il 6 novembre recapitato alla concessionaria il parere (e le limitazioni) della Commissione che rispondeva ‘picche’ alle “misure compensative transitorie” proposte dalla società in attesa della messa in sicurezza, prevista con 4 anni di ritardo. Nel documento di 9 pagine riportata anche la possibile multa: una cifra irrisoria

La “non piena conformità” era stata ammessa dalla stessa Autostrade lo scorso 23 aprile con una nota inviata alle autorità. Centocinque gallerie lunghe più di 500 metri che, a distanza di 13 anni dall’adozione del decreto legislativo che imponeva di adeguarle alle norme europee antincendio, ancora non lo erano pur mancando appena 7 giorni alla scadenza del termine stabilito dalla legge. Per questo, il 6 novembre, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha inviato alla concessionaria e ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, il parere della Commissione permanente per le gallerie che rispondeva ‘picche’ alle “misure compensative transitorie” proposte dalla società in attesa di metterle totalmente in sicurezza, diffidandola a “mettere immediatamente” in ordine la situazione e prescrivendo diverse limitazioni e precauzioni.

Le sanzioni soft – Nelle 9 pagine di cui è composto il documento, si scopre innanzitutto che Autostrade ha chiesto tempo – fino al 2022 – per raggiungere i livelli minimi di sicurezza. E viene spiegato nel dettaglio quali tasselli mancano ancora nelle gallerie. Non solo: il documento riporta anche i rischi economici per la concessionaria per il mancato adeguamento. Una cifra irrisoria a fronte dei bilanci miliardi della società: una sanzione amministrativa che può variare dai 50 ai 150mila euro. Di certo infinitamente minore al costo dei lavori ancora da sostenere.

Tutte i requisiti mancanti – Dalla stessa documentazione di Autostrade emerge come in tutte le gallerie – che, va detto, non presentano problemi strutturali né statici – manchino i requisiti di drenaggio, stazioni di emergenza ed erogazione idrica, presente solo nella galleria Tarvisio. In 6 casi mancano una “geometria della galleria”, in altre 32 “vie di fuga ed uscite di emergenza”, in 44 requisiti di “illuminazione” e in 34 i “sistemi di comunicazione”, mentre in 7 gallerie sono assenti l’alimentazione elettrica, i circuiti elettrici e la “resistenza e reazione al fuoco” degli impianti e dei loro componenti.

“Garantire livelli minimi di sicurezza” – Un elenco di fronte al quale la Commissione “ritiene di dover prescrivere misure di prevenzione integrative” e “idonee alla effettiva riduzione di situazioni critiche” che “potrebbero mettere in pericolo la vita umana” in caso di incidenti e incendi così da “garantire un livello minimo di sicurezza agli utenti delle gallerie”. E nel frattempo, si legge nel documento, la stessa Commissione avvisa Autostrade di procedere ai lavori “con ogni urgenza del caso” e “senza ulteriori indugi”. Anche perché – annota – essendone il gestore non può sottrarsi agli obblighi “lamentandone la presunta esosità” poiché “la sicurezza è un valore che non ammette condizioni e va garantita a prescindere”.

Le limitazioni imposte – Quindi la lista degli interventi per mitigare i rischi: tra cui limitazione della circolazione, un progetto di percorso alternativo per le merci pericolose, la sorveglianza da remoto delle gallerie 24 ore al giorno, un miglioramento della sorveglianza antincendio, estintori portatili disponibili nelle infrastrutture, ponti radio che rendano possibile la ritrasmissione dei messaggi da parte dei mezzi di pronto intervento. Adesso, dice Autostrade, l’adeguamento degli impianti nelle gallerie “è in corso nel 90% dei casi (in alcuni già concluso)”, mentre per il restante 10% “sono in corso le gare d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori”. In ogni caso, fuori tempo massimo. Nonostante lo Stato avesse concesso 13 anni per la messa a norma.