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Ansfisa, lo strano caso dell’agenzia sulla sicurezza ferroviaria e autostradale ancora fantasma

Photo credit: Corriere Web

(come riportato da Fabio Savelli su Corriere della Sera – L’Economia)

Potremmo chiamarlo lo strano caso dell’Ansfisa. L’agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ed autostradale, istituita due anni fa dall’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, tarda a costituirsi lasciando dietro di sé un alone di incertezze. Peccato potremmo dire.

La vigilanza sulle infrastrutture, come ponti, tunnel e viadotti, è attualmente demandata al dipartimento del MIT che però risulta povero di risorse, di personale e con scarsa qualificazione professionale, ha recentemente denunciato la Corte dei Conti in un rapporto impietoso sullo stato delle concessioni autostradali. Il collasso del viadotto Morandi, la cui inchiesta è ancora alle battute preliminari a Genova, ha aperto uno squarcio sul tema dei controlli sulle opere d’arte. E annovera 26 indagati del ministero su cui si stanno accertando le eventuali responsabilità.

Una fonte interna al ministero racconta al Corriere che la selezione dei profili sta sulla base di un “comando” iniziale, conservando cioè la dipendenza dell’Ente di provenienza a livello retributivo. I colloqui, per la gran parte avvenuti in videochiamata, sarebbero stati preceduti da un’inusuale autodichiarazione (che il Corriere è in grado di documentare) in cui si dichiara di rinunciare a qualsiasi azione legale nel caso la futura qualifica dovesse essere inferiore a quella dell’ente di provenienza.

Non certo un incentivo per gli ingegneri ad abbandonare gli attuali incarichi per un salto percepito nel vuoto. La stessa fonte racconta che gli ingegneri assunti al MIT vengono trattati come “merce di scambio” all’interno del dicastero.

Dovranno trovarsi anche ad affrontare i costi di un eventuale trasferimento coatto con un numero a cinque cifre di ponti da controllare. Anche il numero delle sedi della nuova Agenzia, 4 (Bari, Firenze, Roma e Genova) non sarebbero sufficienti a coprire l’intera rete autostradale e ferroviaria e rischiano di produrre una vigilanza teorica sui manufatti che invece dovrebbero essere ispezionabili dal vero.

Il ministero dei Trasporti, interrogato, replica alle accuse. L’Agenzia è in via di definizione e ha dei tempi tecnici per essere inserita all’interno di una macchina organizzativa come quella del ministero. Necessita di una serie di organi, tra cui il comitato direttivo in attesa di un decreto della presidenza del Consiglio, e sarà operativa entro la fine dell’anno non appena saranno completate tutte le procedure amministrative.

Gli stessi dirigenti vengono scelti con una procedura di interpello. Come il personale che sarà composto di 61 tecnici: una parte verrà selezionata con concorso pubblico. L’inquadramento contrattuale prevede il trattamento economico previsto per i dipendenti dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile alle stesse dipendenze del Mit.

I tecnici selezionati avrebbero quindi uno stipendio più alto di quelli del dipartimento di Vigilanza e ciò dovrebbe incentivare molti a fare domanda. Restano i dubbi sulla vigilanza. Con centinaia di ponti ancora senza padrone. Transitati sotto controllo dell’Anas ma provenienti dagli enti locali. Viadotti spesso privi di documentazione progettuale che complica le attività di manutenzione. Per questo l’archivio informatico realizzato dal ministero risulta ancora essere un contenitore quasi vuoto.