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Sblocca cantieri. Il Carroccio frena sulle concessioni autostradali

Riportiamo un articolo di Giorgio Santilli di Edilizia e Territorio sui nuovi emendamenti prospettati da Salvini sul decreto legge Sblocca cantieri.

Il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini ha rilanciato anche la necessità di proseguire i lavori della Torino-Lione.

Il codice degli appalti va sospeso per due anni. Con questa bordata a sorpresa il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini riapre la partita del decreto legge sblocca cantieri e prova a cambiargli radicalmente segno, da provvedimento soft che finora ha sbloccato ben poco a misura radicale che volta pagina nella disciplina delle opere pubbliche.

L’uscita di Salvini, seguita dalla presentazione di un emendamento a firma della senatrice Simona Pergreffi, fa del decreto legge il principale teatro parlamentare dello scontro fra Lega e Cinque stelle e produce uno slittamento del voto dell’Aula a martedì prossimo.

Si aggiunga che la Lega non ha affatto apprezzato la proposta grillina di una norma che faciliti la revoca delle concessioni autostradali, proteggendo dal procedimento per danno erariale il funzionario pubblico che firmasse l’atto di revoca.

A leggere l’emendamento leghista sul codice appalti si scopre che la sospensione proposta da Salvini non è, in realtà, una sospensione totale del decreto legislativo 50/2016 ma una sospensione parziale molto estesa.

L’obiettivo è certamente di ridimensionare l’applicazione del codice ma non mancano – salvo che non si prevedano ulteriori integrazioni – gli effetti paradossali: tornano le linee guida Anac e scompare il regolamento attuativo che entro sei mesi avrebbe dovuto sostituirle.

Fra le altre norme congelate quella che impone ai comuni non capoluogo di avvalersi di centrali di committenza, quella che vieta il ricorso all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione di lavori, l’obbligo di scegliere i commissari per le gare in un albo istituito dall’Anac, il limite del 30% al subappalto per cui si rinvia a norme e principi Ue (quindi una liberalizzazione integrale del subappalto) e l’obbligo di indicare in gara una terza di subappaltatori.

L’emendamento prevede che «entro il 30 novembre 2020 il Governo presenta una relazione sugli effetti della sospensione per gli anni 2019 e 2020, al fine di consentire al Parlamento di valutare l’opportunità del mantenimento o meno della sospensione stessa».

L’emendamento rispolvera anche la norma che ha già duramente contrapposto Lega e M5s sulle soglie per gli affidamenti diretti e per le procedure negoziate. La Lega torna al massimo di liberalizzazione prevedendo affidamenti diretti fino a 150mila euro e procedure negoziate con un crescente numero di operatori da consultare fino a un milione di euro.

Varie altre semplificazioni riguardano i termini di pronuncia del Consiglio superiore dei lavori pubblici o l’allargamento dell’attività Consip anche alle gare di lavori pubblici. Intanto al Senato numerose modifiche approvate e proposte ulteriori riguardano la progettazione. Le commissioni Lavori pubblici e Ambiente hanno cancellato, in particolare, la modifica all’incentivo del 2% per i dipendenti della pubblica amministrazione. Nel codice del 2016 quell’incentivo era stato depotenziato, con lo sblocca cantieri si tornava a concentrarlo sull’attività di progettazione. Nuova marcia indietro, si torna al codice.

Sempre in tema di progettazione, e in particolare di controlli sui progetti, fra gli emendamenti dei relatori c’è quello che consente alle stazioni appaltanti dotate di un sistema interno di controllo della qualità di farsi in house la verifica preliminare sulla progettazione per importi fino a 20 milioni di euro.

Un varco che rischia di accrescere gli errori di progettazione, destinati a riflettersi su un percorso dell’opera pubblica più costoso e lento, e di creare evidenti conflitti di interesse se il committente (che spesso è anche progettista in house) diventa anche controllore.