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Ragusa-Catania, Pf addio. Da Toninelli e Tria nuova idea entro il 13 maggio

Si ringrazia lo staff di Quotidiano di Ragusa per la foto pubblicata

Massimo Frontera su Edilizia e Territorio di oggi ha scritto un articolo di aggiornamento, su quanto proposto dal Cipe, per come procedere con un progetto sostenibile per realizzare la Ragusa Catania.

Per l’opera da quasi 670 milioni di euro non resta che riconsiderare la soluzione dell’appalto pubblico. Per la Ragusa-Catania la nuova data da segnare sul calendario è il 13 maggio.

Entro quella data, le «Amministrazioni competenti», cioè Ministro dell’Economia e quello delle Infrastrutture, dovranno «porre in essere entro il 13 maggio le determinazioni conseguenti e il Cipe sarà convocato».

L’ultimo aggiornamento su questa infrastruttura stradale da 668 milioni di euro, al netto degli oneri finanziari, è arrivata dalla riunione del Cipe del 4 aprile scorso. Riunione in cui il Comitato (che non si riuniva dal 17 gennaio scorso) ha celebrato il definitivo de profundis alla proposta di project financing, considerato insostenibile sotto il profilo economico-finanziario, assegnando ai due Ministeri il compito di trovare una alternativa.

Alternativa che – ovviamente – non può che andare in direzione di un appalto pubblico. In ogni caso, una soluzione va trovata perché «il Cipe, sulla base della nota comune tra Mit e Mef, ha confermato la rilevanza strategica per il territorio della realizzazione dell’opera».

Chi si aspettava che dal Cipe uscisse una soluzione maggiormente messa a fuoco è rimasto deluso. In compenso, è stata fatta chiarezza facendo uscire definitivamente di scena l’ipotesi della finanza di progetto. L’accantonamento definitivo del Pf arriva dopo gli approfondimenti tecnici sulla sostenibilità economico-finanziaria decisi dal Cipe nella riunione del 17 gennaio scorso e condotti dal Mef nelle scorse settimane.

Il Mef si è trovato di fronte a un modello caratterizzato da un “elevato rischio traffico” (cioè un utilizzo dell’infrastruttura sovrastimato), un elevato livello dei pedaggi (il costo di andata e ritorno era di circa 20 euro), un rischio di equity e un rischio di costruzione, portando a concludere che «nei termini proposti il modello della concessione in project financing non risulta allo stato sostenibile ed economicamente percorribile». Da qui la proposta di elaborare una nuova proposta da sottoporre al Cipe. La palla torna pertanto al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero dell’Economia. Senza dimenticare la Regione Sicilia che sull’opera ha stanziato circa 350 milioni di euro. Risorse che nell’architettura del Pf coincideva con il contributo pubblico.

«Dopo decenni di attese e ritardi – afferma il Mit in una nota – si considera strategica la realizzazione dell’opera per il territorio, sia in ottica economica che sociale.

Dunque, il Governo sta operando con il massimo impegno e senso di responsabilità per accelerare su un progetto che sia poi effettivamente sostenibile e fruibile per i cittadini. Perché alla Sicilia non servono cattedrali nel deserto, ma opere utili che possano davvero avvicinare le comunità e migliorare la competitività dell’isola».