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Ponte, la promessa del ministro Toninelli: “Le auto sul nuovo ponte ad aprile 2020”

Ieri, la prima gettata di cemento insieme a Bucci e Toti. Il sindaco: “Dobbiamo il nostro impegno alle vittime e alle loro famiglie”

Sembrano i tre moschettieri (e infatti sono quattro): azionano, le mani sovrapposte – uno per tutti, tutti per uno – un simbolico pulsante rosso. Il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, il commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova, Marco Bucci, il presidente della Regione e commissario per l’emergenza, Giovanni Toti, e Nicola Meistro, amministratore delegato di PerGenova, la società sbocciata da Fincantieri, Salini e Italferr per costruire il nuovo viadotto sul Polcevera, alla cerimonia per la prima gettata di cemento della pila 9 della nuova struttura.

“Ci credo, ci crediamo: questo ponte sarà in piedi a fine anno e sarà percorribile ad aprile 2020, sarà la rinascita di Genova ” , promette il ministro delle Infrastutture Danilo Toninelli, ieri, durante la cerimonia ufficiale di fondazione. Alle 15.51 la sirena del cantiere ” PerGenova” suona, tagliando il sole, e il calcestruzzo comincia a scendere da due enormi ” proboscidi” nelle viscere del nuovo ponte: parte un applauso, ma risuona sordo in quel luogo dove troppo grande e troppo recente è piombata la tragedia, il crollo del Morandi con le sue 43 vittime.

E si spegne, timido. Il premier Giuseppe Conte, poi, twitta: ” Oggi è un giorno importante per Genova. Sono fiducioso che con questo grande lavoro di squadra restituiremo presto ai genovesi il ponte, garantendo qualità e sicurezza. Tornerò presto in città”.

Il sindaco Bucci parla per primo: sta lavorando senza soste da settimane, perché le date siano rispettate, per l’ingranaggio della ricostruzione non rallenti, non s’inceppi. A distanza di quattro giorni, ieri, mette in agenda il primo atto di ricostruzione – “è da tre mesi e mezzo che abbiamo ricominciato a costruire, adesso però sarà visibile a tutti”, precisa il commissario – e venerdì l’ultimo, o almeno quello simbolicamente più eclatante, della demolizione, con la esplosione delle pile 10 e 11.

Infine, il trasferimento, sempre venerdì, delle travi per l’impalcato del nuovo viadotto, dalle banchine di Sestri, dove una chiatta le ha trascinate proprio ieri (dai cantieri di Castellammare di Stabia) al cantiere dell’ex Morandi.

“Tutto questo è dovuto alle vittime, è più che dovuto – scandisce nel silenzio della canicola e dello sgomento del luogo, Bucci, a meno di cinquanta metri dal suo caschetto, sopra di lui, c’è il dente spezzato del Morandi – Dobbiamo ricordare i morti nel momento in cui diamo questa accelerata e facciamo vedere al mondo che siamo capaci a costruire e a fare le cose bene”.

Anche Toninelli comincia dalle vittime: “Questa è la miglior reazione che uno Stato possa avere dopo una tragedia senza precedenti, come è stata quella del ponte Morandi – dice il ministro, prima che il cemento nuovo cominci a scorrere – lasciamoci alle spalle uno dei peggiori fallimenti di questo Paese, dovuti all’incuria.

Lasciamoci alle spalle l’incuria con cui è stata gestita un’infrastruttura dello Stato. Questo governo non farà sconti a chi ha gestito come doveva gestire questa infrastruttura “. E riaccende le ostilità, mai sotterrate, con Autostrade.

Rivendica il tempismo e i passaggi del governo, Toninelli: “Abbiamo creato una struttura commissariale contro i ricorsi – e aggiunge, guardando Toti e Bucci – siamo riusciti ad arrivare qui grazie all’unità e non ai calcoli politici, ma grazie a un lavoro collettivo. Lo Stato ha mostrato la migliore capacità di reazione: per tutta la vicenda il governo ha stanziato, complessivamente, un miliardo di euro. Il ponte, invece, lo paga chi lo ha fatto crollare “. Ringrazia i lavoratori del cantiere e ribadisce: “Le eccellenze pubbliche e private che stanno lavorando permettono di rispettare i tempi, ma io sto zitto e seguo i lavori: tornerò altre volte a verificare, finché il nuovo ponte non sarà completamente finito”.

Il presidente della Regione, Giovanni Toti, anche commissario per l’emergenza, ribadisce: ” La fondazione di questa pila fa in modo che quelle morti assurde e imperdonabili non siano state vane.

Rispettiamo anche la promessa che ciascuno di noi ha fatto in quei giorni, che questa città avrebbe riavuto il suo ponte in un tempo ragionevole.

Nell’aprile 2020 sarà percorribile “. ” Comincia qui la sfida per la ricostruzione, in qualità e sicurezza, di un’opera straordinaria garantendo il mantenimento di tempi estremamente sfidanti, abbiamo la responsabilità di restituire a Genova un’infrastruttura essenziale “, dice Alberto Maestrini, presidente di Per-Genova.

” Il nuovo ponte non mira solo a riavvicinare una città al suo territorio, ma guarda al futuro dell’Italia, dimostrando che la collaborazione tra lo stato e le sue imprese migliori “, affida ad una nota Pietro Salini, amministratore delegato di Salini- Impregilo. Toninelli, Toti, Bucci e la perfetta Fiamma Spena firmano la lastra calata nelle fondamenta: ” Nuovo viadotto Polcevera. Getto prima fondazione 25 giugno 2019″.