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Più attenzione alla manutenzione delle strade

(Come riportato da Andrea Zaghi su Le Strade dell’Informazione)

Anas in prima fila negli interventi. Aumenta il giro d’affari della produzione di asfalto

Cresce l’attenzione sulla manutenzione stradale e, di conseguenza, anche il giro d’affari dell’indotto principale: la produzione di conglomerato bituminoso (quello che tutti chiamano asfalto). E in prima fila nelle operazioni c’è Anas, che gestisce direttamente circa 30mila chilometri di strade (1.300 autostrade) e che ha fatto della manutenzione e della sicurezza uno dei suoi cavalli di battaglia.

Il “segnale” più affidabile della ripresa degli interventi, tuttavia, è dato dalla produzione di conglomerato. Stando alle indicazioni fornite dalla Siteb (che raccoglie le imprese attive nel settore), nei primi sei mesi del 2019 la produzione è salita del 20% circa: un dato importante che si somma ai 30 milioni circa di tonnellate prodotte nel 2018 (+12%) che significano un giro d’affari di circa tre miliardi di euro.

Certo, viene fatto notare dagli addetti, si è ancora lontani dai 44 milioni di tonnellate prodotti nel 2006, ma in ogni caso le imprese hanno ripreso a lavorare, assumere e fare ricerca. E’ proprio notizia di queste giorni, fra l’altro, l’inizio della sperimentazione dell’asfalto al grafene da parte di Iterchimica.

Anas, intanto, accresce la sua attività in questo particolare settore. Secondo Siteb, fra l’altro, sarebbe proprio l’Azienda ad essere quasi l’unico esempio in questo senso: mancano all’appello, è stato spiegato recentemente, molte amministrazioni comunali e provinciali che hanno la responsabilità di migliaia di chilometri di strade. Dietro tutto questo, la forte attenzione che si accesa non solo sulla sicurezza ma anche sui risvolti ambientali della manutenzione stradale oltre che su quelli collegati alle nuove tecnologie.

Sul primo fronte, sempre di più si usano materie prime seconde, cioè riciclate; sul secondo fronte, ci si sta già preparando alla circolazione di auto che “leggeranno” le informazioni dal manto stradale per conformare le proprie prestazioni allo stato della strada e accrescere quindi i livelli di sicurezza della circolazione.

Tutto bene, quindi. Anche se occorrono comunque forti investimenti. “Per far ripartire economia e lavoro, occorre tornare investire in infrastrutture”, ha detto a questo proposito recentemente Michele Turrini, presidente della Siteb, che ha aggiunto: “Si stima che per ogni miliardo di euro investito in questo campo, si generino 15 mila nuovi posti di lavoro e circa un punto di PIL.

In Italia, il sistema delle infrastrutture viarie è fermo da oltre 30 anni e pochissime sono le nuove costruzioni realizzate in questo mezzo secolo”.