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Milano, sul Naviglio passerà «Vento», la superstrada ciclabile più lunga d’Italia: da Torino porterà a Venezia

Un viaggio a ritmo di pedalata lungo 679 chilometri. «VenTo». La ciclovia più lunga d’Italia ideata dal Politecnico. E l’Alzaia del Pavese sarà restituita al quartiere.

È la «superstrada» a due ruote che da Torino porterà a Venezia. Un viaggio a ritmo di pedalata lungo 679 chilometri. «VenTo», la ciclovia più lunga d’Italia ideata dal Politecnico, passerà anche da Milano.

Se ne è parlato ieri al quartiere Torretta, in occasione della visita di Beppe Sala e dell’assessore alla Mobilità Marco Granelli, per una delle «colazioni con il sindaco». Sono otto chilometri, di cui quasi cinque tutti da realizzare. Cambierà il volto dell’Alzaia del Naviglio Pavese: dalla Darsena fino al confine con Assago.

Gli uffici comunali stanno terminando il progetto. L’obiettivo è lanciare le gare al ritorno dalle vacanze, e iniziare i lavori nell’estate del 2020. A quel punto servirà un anno e mezzo di cantieri per vedere completata l’opera da 2,5 milioni di euro, per un terzo finanziata con fondi europei attraverso il governo, per il resto coperta con poco meno di due milioni di euro dalle casse di Palazzo Marino.

Il primo tratto è già pronto: dalla Darsena all’altezza di via Darwin è già stato ristrutturato e pedonalizzato. Per portare i ciclo-turisti di «VenTo» bisognerà però proseguire la riqualificazione giù fino ai confini della città, con un percorso da fare in bicicletta in entrambi i sensi di marcia.

Se nell’area del parco in via Donna Prassede, e poi più a sud, da via Jan Palach ad Assago, la mancanza di abitazioni rende più semplice l’«impianto» della ciclabile, gli altri quasi cinque chilometri hanno comportato studi per trovare il giusto equilibrio tra il percorso ciclo-turistico nazionale e la vita dei residenti.

La parte più complessa dell’intervento è stata allora divisa in tre lotti: quello da via Darwin all’incrocio con viale Liguria, quello da via Imperia a via Rimini, infine quello che va da via Schiavoni fino a via Fra Cristoforo.

Le due ruote correranno in alcune parti lungo corsie dedicate, in altre dovranno convivere con le auto. Ed è qui la svolta per l’Alzaia.

Alla fine dei lavori non sarà più una delle porte d’accesso a Milano, ma una strada a senso unico e a velocità ridotta (30 km/h) al servizio dei quartieri che si affacciano sul fiume. «Si eviterà il traffico di attraversamento in ingresso e uscita dalla città che deve usare viabilità più appropriata come l’autostrada o via Chiesa Rossa — ha spiegato Granelli illustrando il progetto ai cittadini. Manterremo invece tutti gli accessi per i residenti e le attività, e il passaggio del trasporto pubblico».

Tutta la sponda sarà liberata dalle macchine in sosta per lasciare spazio a pedoni e ciclisti: scompariranno i 265 posti auto irregolari usati quotidianamente dagli automobilisti. Saranno però sostituiti da nuovi spazi recuperati in parte — una cinquantina — lungo l’Alzaia, il resto nelle vie interne, da via Fra Cristoforo, a via Renzo e Lucia, a via Imperia, a via Bordighera.

Sempre nell’ottica di «restituire» l’Alzaia al quartiere, tutta la sosta in zona, in totale 2.165 spazi, sarà a pagamento per chi viene da fuori e gratuita per i residenti, con la promessa di «più controlli» per incentivare i pendolari a usare i mezzi pubblici e lasciare semmai le vetture nel parcheggio di interscambio.

«Più sicurezza stradale, più spazio per pedoni e ciclisti, garanzia per la sosta dei residenti, meno auto da fuori, più alberi e verde, più aria pulita», è la sintesi fatta dall’assessore.