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Le “Flying car” sono (quasi) una realtà

Si lavora su avveniristici prototipi e, anche, sui taxi-volanti

Fantascienza? Niente affatto! Perché le automobili del futuro, probabilmente, saranno volanti. Si lavora da anni ormai, infatti, su dei prototipi e si verifica quali siano i possibili scenari di mercato.

L’attenzione sulle “Flying car” è massima. Anche perché sembra che consumino una quantità inferiore di energia e inquinino in misura minore.

Uno dei problemi da risolvere è come farle decollare e atterrare verticalmente (Vtol-Vertical take-off and landing). Stando a degli studi, la convenienza nel loro utilizzo si ha nei tragitti superiori ai trentacinque chilometri, al di sotto dei quali consumerebbero di più rispetto ad auto a benzina ed elettriche.

Terrafugia, società fondata al Massachusetts Institute of Tecnology, è già in grado di produrne. Il veicolo si chiama Terrafugia Transition: è un aereo biposto con ali pieghevoli. Una volte chiuse, quindi, potrebbe transitare sulle strade ed essere parcheggiato in garage. Per condurlo bisogna essere in possesso del brevetto da pilota.

Decolla da un aeroporto, ha una velocità massima di circa 160 km/h e un’autonomia di circa 650 km. Il motore è un ibrido (elettrico-carburante).  Di progetti legati alle “auto volanti” ce ne sono parecchi. Nel corso del tempo, d’altronde, sono state oggetto di sperimentazioni da parte di più società.

La “Skycar” progettata da Paul Moller, con quattro turboventole, ha già effettuato dei test di volo. Nel 2014 è stata presentata “AeroMobil 3.0”, “… un prototipo di autovolante prodotto dalla compagnia slovacca AeroMobil s.r.o. Simile alla Terrafugia Transition, è realizzata con un telaio in acciaio e la carrozzeria in fibra di carbonio. Per prendere il volo la vettura ha bisogno di duecento metri di rettilineo, mentre per atterrare gliene servono cinquanta.

L’auto offre un’autonomia di volo di 700 chilometri ad una velocità massima di 200 km/h, mentre nell’utilizzo stradale arriva fino a 160 km/h, garantendo oltre 800 km d’autonomia. Consuma otto litri di carburante ogni cento chilometri. Per decollare deve raggiungere i 130 km/h, ma ad alta quota può fare scendere la velocità di volo fino a 60 km/h.

Per usarla sarà necessario avere tutti i documenti di volo (fonte: Wikipedia)”. Il prototipo “Pal-V”, invece, è più simile a una moto e si sposta come un elicottero. Contrariamente ai velivoli a decollo, sfrutta la vecchia idea dell’autogiro: è un’aerodina ad ala rotante nel quale, a differenza dell’elicottero, il motore non aziona il rotore principale ma genera una spinta in avanti come per un aeroplano.

Ci sono, poi, gli “Airspeeder”. Equipaggiati da quattro o otto motori elettrici, raggiungono i 200 km/h. Sono maxi-droni con a bordo batterie litio-polimero capaci di erogare fino a 500 kW di potenza, lunghi 4 metri e larghi 3 metri e mezzo.

Il “Volocopter 2X” è un drone volante che potrebbe sostituire i taxi. Drone-taxi a guida autonoma è anche il “Project Vahana” di Airbus. Spinto da sei rotori, a guidarlo è l’intelligenza artificiale. Lo “Ehang 184” è un taxi-drone progettato da una società cinese.

C’è, inoltre, Uber è intenzionata a creare network di taxi-volanti. Quello di volare è sempre stato un sogno dell’uomo. A quanto pare, destinato a realizzarsi pure attraverso le quattro ruote.