Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

L’Anas torna a investire: riparte l’industria dell’asfalto

La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale pubblicata dall’associazione Siteb e riportata da Affari&Finanza, il settimanale di economia de La Repubblica

Per anni ha ripetuto Michele Turrini, presidente della Siteb l’associazione dei produttori di asfalto (conglomerato bituminoso) la situazione delle strade italiane era preoccupante, si stava investendo troppo poco.

Quest’anno finalmente Siteb plaude alla ripresa dei lavori che dovrebbero rimettere in sicurezza le carreggiate del Paese. Lo riporta Affari & Finanza, il settimanale di economia de La Repubblica.

Il cambiamento, sottolinea Turrini, è sotto gli occhi. La quantità di prodotto venduto per costruire nuove arterie o per fare le manutenzioni necessarie è aumentata. Ad agosto si segnava un +17 per cento di asfalto messo su strada.

E le previsioni per fine anno parlano di 30 milioni di tonnellate, un livello mai toccato negli ultimi tredici anni, anche sedi gran lunga inferiore alle quantità che si producevano prima della grande crisi, quando le tonnellate erano 40 milioni.

Il 2019 non è ancora terminato ma il valore di produzione e posa, è già stato stimato intorno ai 2 miliardi di euro in aumento dell’11 per cento. La ripartenza è in buona parte merito degli investimenti di Anas.

Dopo un lungo periodo di stallo, causato anche da un riassetto interno, l’ente ha ricominciato a erogare i fondi necessari per finanziare i cantieri. Restano fermi invece i lavori nelle strade provinciali, in alcuni grandi comuni come Roma e nei piccoli centri alle prese con forti problemi di bilancio. Colpa di una normativa farraginosa che frena la piena ripresa delle attività, si legge nell’analisi trimestrale di Siteb.

«Auspichiamo che il Governo — sottolinea il presidente Michele Turrini — inserisca quanto prima nella propria agenda la necessità di un imponente piano per rendere più sicure le infrastrutture italiane, ponti, strade e cavalcavia, a garanzia di tutti coloro che viaggiano». Anche perché prosegue: «La rivoluzione tecnologica di cui tanto si parla, legata alla mobilità con smart road, guida autonoma e veicoli elettrici ha necessità di una rete stradale sicura».

Secondo Turrini negli ultimi dieci anni il mancato investimento di circa 10 miliardi di euro in manutenzione ha compromesso in modo serio il nostro patrimonio stradale, provocandone il graduale deterioramento, in alcuni casi ora sono necessari interventi di rifacimento strutturale molto costosi: «Le arterie comunali e provinciali sono quelle che necessitano di un più urgente e immediato intervento.

Per riparare a questi errori oggi stimiamo occorrerebbero 40 mld di euro di investimenti sulle strade». Secondo l’Associazione, restando sugli attuali livelli di produzione di asfalto ci vorranno tra i 12 e i 15 anni per rimettere in sicurezza tutte le strade e ne servirà il doppio per rifare almeno una volta tutti i 600.000 chilometri della rete stradale italiana.

Condividi, , Google Plus, LinkedIn,