Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

“La Tav è un’enorme cazzata”. Parla il professor Ponti

Marco Ponti, professore del Politecnico incaricato dell’analisi costi-benefici commissionata dal governo sulla Tav, ha risposto ad alcune domande dell’Agi. E replica  in modo molto netto ai cronisti che gli ricordano lo studio che ha realizzato per l’Unione europea

La “TAV è un’enorme cazzata”. Lo dice senza mezzi termini, Marco Ponti, professore di Economia applicata al Politecnico di Milano e autore dell’analisi costi-benefici commissionata dal governo sulla TAV per volere del Movimento 5 Stelle. Prima del suo intervento questa sera a Milano in uno studio di architettura per parlare dell’argomento, risponde alle domande dell’AGI e denuncia:

“La TAV è un’opera piccola, appena 5 miliardi, rispetto ai 133 miliardi di opere da completare che non sono mai stati analizzati”.

Ponti va all’attacco del predecessore di Danilo Toninelli alle Infrastrutture, cioè di Graziano Delrio: “Preferisco 10 volte l’attuale ministro a Delrio”; quest’ultimo, a suo dire, “ci ha lasciato 133 miliardi di progetti senza nessuna valutazione. Non si sa nemmeno quanto costano e quanto ricavano: non c’è un’analisi di traffico. Sono state approvate per partito preso, quindi, se vogliamo, il progetto della TAV è irrilevante rispetto al complesso dei progetti che vanno valutati. Io ne ho sul tavolo 27 miliardi”.

Strade, ferrovie, e altre opere “di trasporto in Italia, di cui alcune costano 5 miliardi come la Tav, altre 2, altre un miliardo”, eppure “non si sa quanto traffico ci passa, né quanto ricaveranno, si sanno solo i costi perché sono soldi nostri”. Ponti è critico: “Solo perché si tratta di soldi dei contribuenti, non occorre valutare?”.

Le polemiche che l’hanno travolto dopo l’uscita dello studio costi benefici, dunque “sono solo all’inizio”. Ci sarebbero margini per modificare il progetto e renderlo dunque approvabile? “Sicuramente, ma è difficile perché si tratta di un tubo”. Ponti torna dunque sui tanti altri progetti che secondo lui è il caso di rivedere: “Ce ne sono alcuni più importanti e molto più costosi della Tav, che hanno alternative e di questi parleremo tra meno di un mese”, annuncia, prefigurando successive analisi costi-benefici da realizzare.

“Anche quelle opere hanno importanti alternative, meno costose, e su questo è doveroso analizzare le alternative. Sulla Tav è più difficile perché il tubo o si fa o non si fa. In generale non è opportuno scavare metà buco, o lo si fa tutto o non lo si scava”.

Secondo il docente del Politecnico è da criticare anche “l’assioma” per il quale il trasporto su ferro inquina meno di quello su gomma. “Grazie alla tecnologia abbiamo già risultati strepitosi: un camion di oggi inquina un decimo di uno di 20 anni fa e questa è la strada che sta seguendo tutto il mondo. Tutti stanno investendo decine di miliardi per fare veicoli o ibridi o elettrici”.

Si investono miliardi anche per realizzare ferrovie, professor Ponti. “Stupidaggini. Quella è una tecnologia dell’800 e costa allo Stato, mentre per la tecnologia dei veicoli pagano tutti gli utenti”. Agli attacchi di stampa che gli ricordano una precedente pubblicazione che valutava positivamente la Tav, la risposta dell’economista è netta:

“Il precedente studio è una balla. Quella precedente pubblicazione è una delle bugie più odiose fatta da Mentana, io gli voglio bene ma quello che ha fatto è orrendo. Il precedente studio non era un’analisi costi-benefici ma un’analisi di valore aggiunto, che non ha niente a che vedere con l’analisi costi benefici. Col valore aggiunto è fattibile qualsiasi cosa, anche un’autostrada di alluminio tra la Sicilia e la Sardegna. perché non misura il rapporto tra costi e benefici, infatti ai politici piace tantissimo”.

Secondo lo studioso, “confrontare quello con l’analisi costi benefici è una porcata indegna di un giornalista serio e tutti l’hanno usata per dire ‘ecco Ponti dice sì una volta e sì un’altra volta e ‘Ponti dice sì per quello per cui è pagato'”. Quindi lei non è stato pagato per la consulenza al governo?

“Ci tengo a dire che non sono pagato per mia scelta. La libertà ha un prezzo, sono ricco e non me ne frega niente. Nessuno deve potermi dire che dico sì o no perché sono pagato. Da 10 anni valuto i progetti sulla base dei costi e dei benefici che riesco a calcolare. Per questo progetto mi dicevano già che era indifendibile”.

“Non dicevo ‘no’ per ragioni ideologiche ma perché, come un medico a cui fanno vedere le radiografie di un paziente non complete, poi la temperatura e altri parametri, deve dire, secondo la sua professionalità, se non sta bene o sta bene. Non può dire ‘io penso che se è un professionista serio.

Sui progetti tendo a dire quello che emerge dai dati: non solo io, ma una serie di altre persone, quando hanno visto questo progetto già 10 anni fa, hanno detto che non era un buon uso delle risorse pubbliche, perché costa troppo caro rispetto al traffico che ci passa su”.

Ponti durante la serata va all’attacco dell’Europa: “La Commissione Europea decide senza seguire le regole, tra le quali che chi inquina paga, perché anche le ferrovie sono altamente inquinanti. I ritorni finanziari sull’investimento per infrastrutture ferroviarie sono sempre zero, me l’ha detto la stessa commissaria ai trasporti Violeta Bulc. La lobby ferroviaria in Europa è intoccabile perché muove voti e soldi”. “Un ex amministratore delegato e super ferroviere, ex da poco tempo – conclude Ponti – mi disse che, visto che sulla linea Torino-Lione non ci passerà nessuno, l’ipotesi di potenziare la linea che passa per Nizza e Ventimiglia era assolutamente da prendere in considerazione”.