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Internet super veloce a tutti gli italiani, Governo fermo sulla fase due

Si ringrazia lo staff di Sardegna Digital per la foto pubblicata

Bloccati 3 miliardi già stanziati. Digitalizzazione, Italia solo 24esima nella Ue ma avanti col 5G.

Tra le righe dell’ultimo rapporto Infratel, la società del ministero dello Sviluppo economico che sviluppa il piano banda ultralarga italiano, emergono i ritardi nei piani di copertura degli operatori. Mentre non parte ancora la seconda fase del piano e restano inutilizzati i fondi già stanziati dal Governo Renzi.

Digitalizzazione, Italia solo 24esima nella Ue ma avanti col 5G.

Gli operatori stanno costruendo meno reti in banda ultralarga di quanto avevano promesso al Governo negli anni scorsi. E di contro restano ancora inutilizzati i 3 miliardi di euro stanziati già sotto l’esecutivo Renzi per completare il piano con cui dare una rete a prova di futuro a tutti gli italiani.

Così l’Italia rischia di accumulare nuovi ritardi sulle infrastrutture digitali, in una classifica europea che da sempre ci vede in affanno (nonostante il recupero degli anni scorsi).

Il quadro, preoccupante, emerge tra le righe della consultazione Infratel, appena terminata. Ossia della società che, in seno al ministero dello Sviluppo economico, si occupa del piano banda ultra larga con cui l’Italia costruisce reti con fondi pubblici laddove gli operatori non hanno intenzione di investire.

Il primo problema è proprio questa “intenzione di investire”. Gli operatori negli anni scorsi hanno indicato al Governo alcune zone dove intendevano mettere la banda ultralarga con propri investimenti; così l’Italia avrebbe potuto fare bandi pubblici in tutte le altre, in modo complementare (com’è avvenuto).

Ma la copertura, dal monitoraggio Infratel al 2018, risulta pari solo al 78 per cento di quanto dichiarato dagli operatori in precedenza. Mancano all’appello 3 milioni e 200 mila numeri civici.

Il piano procede come previsto, con i bandi pubblici gestiti da Infratel e al 2021 non si prevedono “buchi” di copertura, come mostrano i grafici sulla consultazione Infratel.

Ma obiettivo dell’Italia è ora completare la copertura banda ultralarga nelle cosiddette “aree grigie”, quelle in cui gli operatori hanno fatto investimenti solo parziali, ossia con tecnologie che non possono assicurare velocità di 1 Gigabit o superiori.

Ossia ciò che a breve, secondo le stime che reggono i piani pubblici di investimento in Europa, sarà la qualità necessaria ai nuovi servizi internet (cloud e robotica nelle aziende, negli ospedali e nelle città; comunicazioni e intrattenimento live a 4k-8k e via dicendo).
Ebbene, per portare reti 1 Gigabit e oltre nelle aree grigie bisogna avviare la “fase due” del piano banda ultra larga, che però è rimasta ferma con questo Governo. Ci sono 3 miliardi di euro disponibili, che includono anche voucher a incentivo dell’acquisto di abbonamenti, ma i lavori per attuare questa seconda fase vanno a rilento, richiedendo anche una interlocuzione con la Commissione europea (per scansare il rischio che tutto questo si profili come aiuti di Stato alle aziende).

Il ministero dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, accorgendosi che era il momento ormai di una svolta, proprio nei giorni scorsi ha annunciato che a giugno avrebbe convocato le Regioni per avviare la famosa seconda fase del piano banda ultralarga.

L’altra speranza, per evitare ritardi che danneggerebbero l’innovazione italiana, viene da una tecnologia, Fixed wireless access. Porta la banda ultralarga soprattutto in zone suburbane (proprie le aree grigie), dove la fibra ottica si ferma poco prima la porta di casa dell’utente.

Finora, secondo il rapporto Infratel, gli operatori hanno mancato le promesse proprio sull’uso di questa tecnologia (ma su standard 4G). L’hanno adoperata insomma molto meno di quanto dichiarato al Governo e le aree corrispondenti sono rimaste senza internet super veloce.

Infratel inoltre ha già dichiarato che deve valutare ancora l’appropriatezza di tecnologie diverse dalla fibra ottica completa (fino a dentro l’appartamento) per dare 1 Gigabit e oltre.

Tutto però potrebbe cambiare grazie all’uso del 5G su Fixed wireless access, con cui già Verizon negli Usa (tra gli altri) può dare a case e uffici una connessione a 1 Gigabit.

È soprattutto Fastweb che sta puntando su questa tecnologia per dare banda ultralarga nelle zone suburbane, come annunciato di recente e lancerà nelle prossime settimane un’offerta; anche Vodafone ha annunciato l’intenzione di utilizzarla (a partire dall’hinterland di Milano).

 

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