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Incidenti stradali: l’importanza della condotta di guida

(come riportato da Carlo Argeni su Le Strade dell’Informazione)

Si continua a morire sulle strade. Pure questa “Summer 2019” è rattristata dal verificarsi degli incidenti. Un vero e proprio bollettino di guerra, amplificato dai mass-media e dai social. Cambia solo il numero dei decessi o dei feriti. Il risultato sono i lutti e il dolore che entrano, purtroppo, in molte case. Vite e famiglie distrutte, magari per un sorpasso azzardato.

Sul banco degli imputati ci sono, come sempre, le condotte di guida sconsiderate di chi se ne infischia di tutto e tutti. Eccesso di velocità e distrazione, è bene rammentarlo, sono le maggiori cause e concause dei sinistri. Solo una percentuale residuale, molto limitata tra l’altro, è da addebitare, in qualche maniera, alla strada. Che non è mai “killer”, se utilizzata con quel buonsenso che non dovrebbe mai difettare a chi al volante. Purtroppo, a quanto pare, l’attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Cds svolta dalle Forze dell’Ordine non pare contrastare incisivamente il fenomeno. Questo perché, ovviamente, non è solo una questione di sanzioni amministrative ma di senso civico, di buona educazione, di rispetto delle regole.

E dire che pure i gestori stradali e autostradali pongono continuamente in essere iniziative finalizzate a informare compiutamente sulle complessive condizioni del viaggio (rispetto al tragitto da percorrere), sulle eventuali criticità della circolazione, sui percorsi alternativi. Dove possibile, sono già stati rimossi i cantieri di lavoro in maniera da non intralciare la viabilità.

Un’infinità di Sale Operative (Polizia, Carabinieri, Anas, Società autostradali, ecc.), inoltre, monitora le direttrici più importanti. Una quantità rilevante di telecamere sono puntate sui nodi viari strategici del Paese. È uno sforzo notevole, in termini di uomini e mezzi. Soprattutto in questo periodo si analizzano i dati relativi all’incidentalità per cercare di comprendere, rispetto alle ricorrenze degli eventi, il perché del loro verificarsi. Molti Enti si sono dotati di software dedicati che permettono l’analisi predittiva dei flussi di traffico e, quindi, di ottimizzare il presidio del personale sulle arterie più “a rischio”. Gli algoritmi sfornano numeri e percentuali che, interpretati, consentono ai decisori aziendali di fare le scelte più opportune volte ad accrescere la sicurezza stradale. Un lavoro svolto dietro le quinte, al di fuori dei riflettori e sconosciuto ai più, vanificato da comportamenti di guida censurabili. È sempre l’uomo, insomma, a fare la differenza. E non è detto, in meglio.