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Incidenti stradali: i dati Istat 2019 su numeri e cause principali

In una nota di Le Strade dell’Informazione si legge che secondo le rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi tre mesi dell’anno, si è assistito a un leggero incremento degli incidenti, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di questo aumento, il numero dei decessi è invece stato inferiore

Sono disponibili, per il 2019, i dati ISTAT riguardanti i numeri e le cause principali degli incidenti stradali in Italia. Secondo le rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi tre mesi dell’anno si è assistito a un leggero incremento degli incidenti, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A fronte di questo aumento, il numero dei decessi è invece inferiore; per quanto riguarda l’orizzonte temporale, la mortalità non va di pari passo con il numero degli incidenti: durante il mese di agosto, nonostante i sinistri occorsi siano diminuiti, il numero dei deceduti è aumentato. E, viceversa, nei mesi in cui sono avvenuti più incidenti, le morti sono state in proporzione inferiori.

Un dato preoccupante si nasconde dietro questi numeri: solamente nei primi quattro week-end di giugno 2019, infatti, i decessi di conducenti di scooter e ciclomotori ha raggiunto le 70 unità. Quindi, se è vero che, secondo le statistiche degli ultimi dieci anni, oggi in Italia, sulle strade, si muore di meno, è altrettanto vero che i conducenti di mezzi a due ruote sono categorie estremamente a rischio: i dati parlano chiaro.

Gli incidenti stradali nel 2018: i numeri

Con riferimento ai dati diffusi dall’ISTAT per il 2018, nel nostro Paese il numero degli incidenti che hanno provocato gravi danni a persone sono stati complessivamente 172.334. Questo dato evidenzia un decremento rispetto all’anno precedente, il 2017. Per quanto riguarda, invece, il numero dei decessi, questi sono stati 3.325 e i feriti 242.721, con una diminuzione dell’1,7% rispetto al 2017. Per quel che concerne le morti dovute ad incidenti stradali nel corso del 2018, va ricordato che un’influenza rilevante è data dal crollo del Ponte Morandi a Genova, avvenuto il 14 agosto dell’anno scorso.

I dati relativi ai decessi per sinistri stradali del 2018, da un lato fanno trapelare un tiepido ottimismo, soprattutto dopo che, per l’anno precedente, si era registrato un incremento del 2,9% degli incidenti mortali.

Tuttavia, nel corso degli ultimi cinque anni, si è assistito a una sorta di altalena, con fenomeni di aumento e diminuzione del numero dei decessi: nel 2015 sono stati 3.428, per scendere nel 2016, aumentare nuovamente nel 2017 e diminuire l’anno successivo. Anche se i numeri dei morti sulle strade sembrano essere inferiori, l’obiettivo, determinato su base europea, di attestarsi al di sotto dei mille decessi all’anno a causa degli incidenti stradali è, purtroppo, ancora molto lontano.

Gli incidenti: quali sono le cause principali?

I dati resi noti dall’Anas rivelano che la causa principale degli incidenti stradali è la distrazione. Quindi, sono fattori soggettivi quelli che determinano, in primo luogo, sinistri stradali: eccessiva stanchezza, mancanza di sonno, stile di vita non regolare, alterazione dei ritmi sonno-veglia. Lo studio sulle ragioni principali degli incidenti sulle strade italiane è stato condotto dall’Istituto Piepoli, un’organizzazione di ricerca indipendente, con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, su commissione di Anas.

Sono stati presi in considerazione 60 individui che sono stati coinvolti in sinistri stradali, residenti a Roma, Milano, Napoli e Padova, e che hanno avuto un ricovero in ospedale a conseguenza dell’accaduto.  Inoltre, sono stati esaminati due focus group di 16 persone residenti a Milano e Roma, e che hanno subito incidenti.

I risultati dello studio hanno evidenziato come le nuove norme riguardanti la patente a punti abbiamo mutato, per certi aspetti, le abitudini alla guida dei soggetti inclusi nel campione. I guidatori sembrano avere avuto una maggiore attenzione e un parziale aumento del rispetto delle norme sulla sicurezza.

Tuttavia, dato che i fattori soggettivi rivestono un grande peso nel verificarsi di eventi come i sinistri stradali, è emersa una necessità di maggiore informazione, a tutti i livelli, sull’importanza delle condizioni psicologiche mentre si è alla guida. Infatti, gli stati emotivi alterati, lo stress, il nervosismo, vanno opportunamente mantenuti sotto controllo.

Soprattutto nel traffico cittadino, sono proprio gli stati psicologici instabili le maggiori cause del non rispetto del codice della strada, dell’esplodere di fenomeni di irrazionalità alla guida e del verificarsi di incidenti mortali.

Da questo punto di vista, è stato sottolineato come siano sempre stati sottostimati gli effetti negativi di atteggiamenti quali machismo o eccessiva leggerezza, che diminuiscono sensibilmente l’attenzione durante la guida o, nel peggiore dei casi, provocano deliberatamente incidenti e situazioni altamente pericolose. Senza contare, poi, l’influenza che hanno l’assunzione delle sostanze stupefacenti e alcool che, alterando lo stato di coscienza, aumentano in maniera esponenziale le probabilità del verificarsi di incidenti mortali sulle strade.

Lo studio ha anche delineato cinque profili-tipo degli italiani alla guida:

  • il traveller, che solitamente fa viaggi lunghi, è prudente mentre guida e rispetta i segnali stradali;
  • gli utilizzatori abituali, che per ragioni di lavoro passano la maggior parte della giornata (e a volte anche della notte) sulle  strade, e che hanno una grande confidenza con il loro mezzo e, pertanto, tendono a superare i limiti di velocità;
  • quelli che sono troppo sicuri di sé, non pensano agli altri e non rispettano i segnali stradali o i limiti di velocità;
  • i depressi, che possono essere troppo introspettivi e poco attenti agli stimoli esterni
  • i frequent movers, che usano auto, moto e scooter per commissioni in città, e che spesso commettono sempre la stessa categoria di infrazioni;
  • i road runners, che ostentano un atteggiamento di vittoria e prevaricazione sociale, imitando personaggi della Formula Uno, con una guida aggressiva e pericolosa.

In ogni caso, emerge con chiarezza che la causa principale degli incidenti stradali sia l’uso eccessivo dello smartphone, che distoglie l’attenzione dalla guida. Il fenomeno, purtroppo, non riguarda solamente gli automobilisti, ma addirittura motociclisti e ciclisti. Anche le condizioni del fondo stradale, come pure quelle metereologiche, sono a volte determinanti nel favorire gli incidenti:

pioggia battente, nebbia o grandine, visibilità scarsa o nulla; strade dissestate, con fondo irregolare, ghiacciato o innevato. In tutti i casi, moderare la velocità è fondamentale per ridurre al minimo le conseguenze. Le condizioni dell’auto o moto sono anch’esse determinanti nel provocare o evitare gli incidenti su strada: è per questo che controllare periodicamente il proprio mezzo di trasporto non è solamente una prescrizione di legge, ma un atto di responsabilità, nei confronti propri e degli altri. Infine, seguire con scrupolo il Codice della Strada aiuta a non sbagliare: dai limiti di velocità, al rispetto dei segnali stradali, alla marcia nella corsia più a destra della carreggiata.

Come comportarsi in caso di incidente stradale grave?

Per prima cosa, chiamare prima di tutto il soccorso sanitario al 118. Se si ritiene di aver causato l’incidente per guida in stato di ebrezza, contattare immediatamente anche un avvocato. Rivolgersi quindi ad aziende esperte in soccorso stradale, come SoccorsoStradale24 (sul territorio di Roma).

La legge sull’omicidio stradale: i concetti fondamentali

Nel marzo del 2016 è entrata in vigore la legge sull’omicidio stradale: questa categoria di reato è, pertanto, entrata a pieno titolo nell’ordinamento legislativo del nostro Paese. La legge n. 41 del 23 marzo 2016 introduce il reato di omicidio stradale, enunciato dall’articolo 589 bis del c.p., e quello riguardante le lesioni personali stradali, trattato nell’articolo 590 bis del c.p.

Nel testo della legge si legge che chiunque causi, per colpa, la morte di un’altra persona violando il Codice della Strada, è punito con una reclusione da 2 a 7 anni. Questi possono aumentare a rispettivamente 8 e 12 nel caso in cui, chi provoca l’incidente, sia sotto effetto di alcool e/o sostanze stupefacenti. In particolare, lo stato di ebbrezza che registra valori alcolemici superiori a 1,5 grammi per litro è considerato grave: in questo caso è previsto l’arresto per flagranza di reato.

Il conducente rischia dai 5 ai 10 anni di reclusione, qualora il tasso alcolemico per litro sia superiore ai 0,8 grammi, o quando abbia cagionato l’incidente per una condotta imprudente, come ad esempio l’eccesso di velocità. La pena viene raddoppiata qualora il trasgressore non abbia la patente o gli sia stata sospesa o revocata, come pure in assenza di assicurazione obbligatoria. Per quel che attiene le lesioni personali stradali gravissime, chi le provoca è condannato alla reclusione per un periodo che va dai 3 mesi a 3 anni.

Nel caso in cui il trasgressore sia sotto effetto di alcool o sostanze stupefacenti, la pena può arrivare a 5 anni, che possono arrivare a 7 nel caso in cui vengano riportate lesioni gravissime. Con l’omicidio stradale, la patente viene revocata, per un periodo variabile che va dai 5 ai 10 anni. Nel caso di omicidio stradale semplice, la patente viene revocata per 3 anni.