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Emergenza trasporti eccezionali: tra burocrazia e viadotti inadeguati

Emergenza in Italia per i “Trasporti eccezionali”, ovvero il trasferimento attraverso le strade e le autostrade di carichi giganteschi come turbine, trasformatori delle centrali elettriche, parti di piattaforme petrolifere o di raffinerie, fusoliere di aerei, scafi di navi.

Alle carenze infrastrutturali endemiche del Paese, si sono aggiunti i ritardi e le chiusure dei cantieri, l’inagibilità oltre certi livelli di peso di moltissimi viadotti e tronconi stradali, le lungaggini burocratiche per le varie autorizzazioni, la sovrapposizione di competenze.

Un quadro che dopo la tragedia del Ponte Morandi si è ulteriormente complicato facendo innalzare sostanziosamente, in alcuni casi fino al triplo, i costi per le aziende committenti (soprattutto siderurgiche, aeronautiche e dell’energia). Con riflessi indiretti sulla congiuntura.

Il tratto finale del trasporto di un trasformatore da 150 tonnellate per un parco eolico, effettuato dal Gruppo Fagioli tra Campania e Calabria (Belcastro, provincia di Catanzaro): poche decine di chilometri che hanno necessitato di quasi un anno e mezzo, tra lentezze burocratiche e necessari interventi di consolidamento di alcuni ponti.