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Dopo la Germania, resta solo l’Italia. Come e quando si potrà circolare in monopattino

Alla sperimentazione sono ammessi esclusivamente hoverboard, segway, monopattini e monowheel. Questi dovranno essere dotati di segnalatore acustico e da motore elettrico con potenza nominale massima non superiore a 500watt

Dopo il via libera della Germania alla circolazione di monopattini e hoverboard, l’Italia resta l’ultimo Paese europeo a non essersi espresso sulla nuova mobilità urbana. Lo farà a breve, in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri che dovrebbe all’ordine del giorno anche il decreto attuativo sulla micromobilità leggera elettrica.

All’inizio di maggio, i dirigenti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti hanno inviato a varie Istituzioni e ai comuni il testo – di 7 articoli, più 3 allegati con fac-simile della segnaletica – al fine e di ricevere osservazioni utili a migliorarlo, prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Come stabilito dalla legge, saranno poi i sindaci a delimitare le aree in cui avviare la sperimentazione e disciplinare le modalità di utilizzo dei mezzi.

I 4 mezzi autorizzati

Alla sperimentazione sono ammessi esclusivamente hoverboard, segway, monopattini e monowheel. Questi dovranno essere dotati di segnalatore acustico e da motore elettrico con potenza nominale massima non superiore a 500watt. Da mezz’ora dopo il tramonto, durante la notte e di giorno, quando le condizioni atmosferiche richiedano l’illuminazione, i mezzi sprovvisti di luce bianca o gialla fissa e posteriormente di catarifrangenti rossi o di luce rossa fissa, non potranno essere utilizzati ma solo condotti o trasportati a mano.

Per i conducenti c’è l’obbligo di giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità di sera e notte per il segway e il monopattino elettrico quando circolino su strade ricadenti in zona 30 o su pista ciclabile.  Per tutti è vietato il trasporto di passeggeri e la dotazione di una seduta.

Le modifiche

Nei giorni scorsi sono arrivate al Ministero alcune richieste di modifica da parte degli operatori di servizi di noleggio e sharing, dall’Anci e dai Comuni già pronti per la sperimentazione entro inizio estate.  Tra le variazioni richieste, si legge sul sito specializzato Vai elettrico, c’è la cancellazione dell’obbligo di indossare giubbotti rifrangenti per la guida nelle ore notturne, l’obbligo per i Comuni di installare una cartellonistica specifica verticale e orizzontale per indicare le aree consentite e infine quello di predisporre aree specifiche per la sosta e il parcheggio, oltre a quelle già riservate per bici, moto e scooter.

Chi potrà guidarli

I dispositivi elettrici in argomento possono essere condotti solo da maggiorenni o, se minorenni, (ed è clamorosa la proposta del MIT) che siano titolari almeno di patente categoria AM.

Come si aderisce alla sperimentazione

Le amministrazioni comunali che decidono di aderire alla sperimentazione – spiega La Stampa – devono comunicarlo al Ministero entro 30 giorni dall’adozione del provvedimento (che dovrà essere iscritto nella Gazzetta Ufficiale), e poi emanare un’apposita ordinanza autorizzandola in ambito esclusivamente urbano. Per farlo, devono individuare infrastrutture stradali o parti di strada (che si tratti di piste, corsie o altri spazi) adeguati alla circolazione dei mezzi di micromobilità e approvare poi il piano di sperimentazione, prevedendo anche la regolazione della sosta dei veicoli, individuando aree di sosta nei punti di maggior scambio e traffico per facilitarne l’utilizzo ed evitare intralcio a marciapiedi e aree pedonali o rischi per l’incolumità di pedoni o altri utenti della strada.

La bocciatura di Legambiente

Tra i più critici del decreto c’è il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini: “La circolazione sarà consentita solo su piste ciclabili e aree pedonali, zone 30 e strade assimilabili, ma con differenze nell’accesso tra i diversi mezzi. Inoltre sono fissati limiti di velocità di 20 km/h, inferiori a quelli di una qualsiasi bicicletta a pedalata assistita, ma con limiti di potenza assolutamente abbondanti per quelle velocità. Non si comprende perché non si decida semplicemente di equiparare questi mezzi alle bici per quanto riguarda le regole di circolazione su strada”.

Il rischio, prosegue Zanchini, “è che con regole così complicate e restrittive gli stessi Comuni si trovino di fronte a un percorso assai complesso prima di aprire alla sperimentazione, e quella che potrebbe essere una opportunità di circolazione nelle nostre città, con mezzi a emissioni zero, incontri enormi barriere alla sua diffusione”.

Polemiche in tutta Europa

L’ok di Berlino è arrivato dopo un lungo braccio di ferro. Il ministro dei Trasporti ha dovuto fronteggiare l’opposizione di automobilisti, pedoni e ciclisti convinti che gli e-rollers, provochino caos e incidenti nelle città tedesche. E le polemiche non sono confinate alla Germania.

  • A Parigi dove i monopattini a batteria circolanti sono oltre 15mila e potrebbero diventare 40mila entro la fine dell’anno, la sindaca Anne Hidalgo è corsa ai ripari, sostenendo che la diffusione è eccessiva e le regole troppo permissive. Da settembre si potranno percorrere solo strade o piste ciclabili dedicate. Chiunque verrà sorpreso nelle zone pedonali su un monopattino sarà multato di 135 euro. “In questo modo i pedoni non rischiano più di rimanere schiacciati contro i muri per evitarli”, ha sostenuto il ministro dei trasporti francese Elisabeth Borne.
  • Barcellona li ha messi fuori legge, e a Madrid, dove sono autorizzati a circolare, potrebbero arrivare limitazioni. Limiti e divieti sono stati introdotti anche in Svizzera.
  • Negli Usa, primo mercato mondiale con un valore di 15 miliardi di dollari, l’anno scorso si sono verificati un migliaio di incidenti che hanno coinvolto veicoli elettrici sui marciapiedi. Si discute perciò di regolamentarli più rigidamente, come è già successo con gli skateboard.