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Cum grano salis, anche sulla strada

I dati Aci-Istat confermano la necessità di porre in essere ulteriori azioni di contrasto all’incidentalità

Un groviglio di lamiere, un ammasso informe di quelle che erano delle automobili. Dentro, corpi senza vita. Quelli, con sempre maggiore frequenza, di giovani che non potranno più realizzare i loro sogni, esprimersi nel mondo del lavoro, crearsi una famiglia, apprezzare il trascorrere degli anni. Anche nell’ultimo fine settimana, infatti e purtroppo, la cronaca ha registrato numerosi incidenti stradali.

Puoi fare tutti gli spot pubblicitari che vuoi, aumentare il numero delle pattuglie delle Forze dell’Ordine, progettare e realizzare Smart road ma se chi è al volante se ne infischia della propria e altrui sicurezza il finale è scontato: la malinconica conta dei morti e dei feriti.

Come se ne esce fuori da tutto questo? Difficile dirlo, perché gli elementi in gioco sono molteplici: la strada, il veicolo, l’uomo. Lo abbiamo scritto più volte da queste colonne e continueremo a farlo. Perché rappresentarlo non è un ripetitivo esercizio retorico ma una maniera per cercare di non fare calare l’attenzione su questo triste fenomeno.

Riprendendo una proposta già discussa dal legislatore, non sarebbe male accelerare l’introduzione dell’educazione stradale, oltre a quella civica, nei programmi scolastici. Fare dei ragazzi dei futuri automobilisti rispettosi del Codice della Strada contribuirà sicuramente a comportamenti di guida virtuosi. Nell’immediato, le scuole potrebbero intensificare, come in parte già fanno, organizzare incontri con tutti i soggetti che operano, direttamente o indirettamente, nell’ambito della sicurezza: Forze dell’Ordine, Enti gestori della viabilità, 118, Vigili del Fuoco ecc..

Ognuno di loro è portatore di un patrimonio di esperienza e conoscenza. Non c’è niente di più demoralizzante per chi opera nel settore nel vedere nel quotidiano, con disarmante frequenza, la tracotanza di quanti mettono a rischio la propria e altrui vita. Una sorta di roulette russa nella quale può finire chiunque per colpa dell’incosciente di turno. Se ci riflettete bene, è una sottolineatura che merita una riflessione. Se ognuno rispetta le regole che ci siamo dati il problema non si pone. Basta, però, un solo scalmanato al volante per determinare una generale situazione di rischio.

Fanno riflettere, d’altronde, gli ultimi dati Aci-Istat. Dal primo gennaio al trenta giugno scorso gli incidenti sono stati 82.048 (con una media di 453/giorno. In pratica: 19 ogni ora). Hanno provocato 1.505 morti (8 al giorno. In pratica: 1 ogni tre ore) e 113.765 feriti (628 al giorno e, quindi, 26 ogni ora). Numeri impietosi, dietro i quali c’è il vissuto di persone che ci hanno lasciato. Per sempre.