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Codice appalti sotto esame ma non ferma i bandi di gara

Photo credit: Cresme – Sole 24 Ore

(come riportato da Giorgio Santilli su Edilizia e Territorio)

A giugno e luglio ripresa dell’attività delle amministrazioni: avviati progetti rispettivamente per 4,4 e 4,7 miliardi

Le preoccupazioni per il blocco totale degli appalti per il Decreto Sblocca cantieri non è avvenuto. Ne parla Giorgio Santilli su Edilizia e Territorio

Dalla «revisione» delle concessioni autostradali ai cantieri per modernizzare il preoccupatissimo Nord (ma anche il Centro e il Sud), dalla nomina dei commissari straordinari per le 77 opere lasciate dal suo predecessore Toninelli al regolamento del codice appalti che andrebbe messo a punto entro ottobre per ottemperare alle scadenze dello sblocca cantieri, da una possibile riforma dello stesso sblocca cantieri al dossier Alitalia, alla neoministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, i dossier fonti di preoccupazione non mancano di certo.

Eppure, una preoccupazione che al momento non sembra esserci è il blocco totale del mercato degli appalti conseguente proprio al decreto legge sblocca cantieri.

Da molte parti si era pronosticato quel che sembrava “naturale”, che, a valle della riscrittura del codice degli appalti e in attesa del nuovo regolamento generale, la situazione di incertezza giuridica avrebbe comportato il blocco totale dell’attività delle amministrazioni pubbliche in materia di lavori pubblici, aggravando la già difficilissima situazione del settore.

La situazione del settore resta gravissima, ma il blocco non c’è stato. I numeri messi insieme dall’Osservatorio appalti Cresme-Sole 24 Ore smentiscono infatti che questo sia successo, almeno nei mesi di giugno e luglio.

I bandi di gara pubblicati dalle amministrazioni dicono anzi che c’è stato un inatteso boom dopo la stasi registratasi ad aprile e maggio.

Partiamo dai numeri. A luglio sono stati pubblicati 2.161 bandi di gara per un importo di 4,709 miliardi di euro dopo che a giugno erano stati pubblicati 1.920 bandi per un importo 4,459 miliardi. Se si fa eccezione per il dato di dicembre 2018, giunto a un importo di 5,567 miliardi e influenzato dalla legge di bilancio e dalle chiusure di anno, i mesi di giugno e luglio costituiscono un dato record per gli ultimi 19 mesi.

Più del doppio della media. Viceversa, nei mesi di aprile e maggio, cioè subito dopo la pubblicazione del decreto legge sblocca cantieri, si era registrato un crollo: 1.964 bandi per un importo di 1,682 miliardi ad aprile e 1.773 bandi per 1,303 miliardi a maggio. Numeri che stanno nella coda della classifica degli ultimi 19 mesi.

Quello che probabilmente è successo è che il decreto sblocca cantieri, imponendo la riapertura della stagione delle modifiche al codice, con un orientamento molto incerto e conflittuale fra Lega e M5S, avesse provocato effettivamente una caduta del mercato, mentre le correzioni apportate nel corso dell’esame parlamentare devono aver tranquillizzato gli operatori della pubblica amministrazione o quantomeno indotti a pubblicare rapidamente i progetti nel cassetto.

Questo nonostante l’incertezza legata all’attesa di un nuovo regolamento generale dopo la totale inversione di marcia con l’abbandono della soft law. A questo trend di giugno e luglio fanno ovviamente eccezione i piccoli lavori di importo sotto i 150mila euro per cui il nuovo codice elimina l’obbligo di pubblicazione del bando. In questa fascia di importo delle opere c’è stato nel luglio 2019 rispetto al luglio 2018 una caduta del 24% del numero dei bandi e del 29% degli importi messi a gara.

Dato pressoché scontato perché in questo caso la norma è diretta e dà appunto la possibilità alla PA di assegnare lavori senza fare una gara formale. Per la neoministra De Micheli dai dati di mercato un assillo in meno, che non toglie però l’urgenza di dare al più presto al settore una normativa stabile e certa.