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Città “elettriche” e meno inquinate: servono 36 miliardi in dieci anni

Photo credit: Torino Oggi

(come riportato da Luca Pagni su La Repubblica)

Lo sostiene uno studio presentato a Milano da Agici Finanza d’Impresa per raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano nazionale per l’energia e il clima

Ridurre le emissioni di gas serra, limitare le polveri sottili e migliorare la mobilità urbana: per raggiungere questi obiettivi e centrare i limiti previsti dal Piano nazionale energia e clima bisogna prevedere una spesa fino a 36 miliardi di euro per i prossimi dieci anni.

Serviranno alle città italiane per mettere in servizio mezzi pubblici a zero emissioni, installare colonnine di ricarica elettrica, ma anche per incentivi ed ecobonus che facilitino la transizione energetica anche nel campo dei trasporti. Il tutto per ridurre fino a un terzo le emissioni.

Lo prevede lo studio “Mobilità sostenibile: strategie per le aree urbane al 2030” presentato a Palazzo Marino da “Agici finanza di impresa”, società di ricerca e consulenza specializzata nel settore delle infrastrutture, dell’energia e delle utilities. Lo studio ha preso in considerazione i movimenti di merci e passeggeri nelle città italiane, dalle aree metropolitane ai comuni più piccoli, per individuarne i problemi maggiori e trovare le soluzioni più adatte sia per migliorare la mobilità sia per limitare l’impatto sull’ambiente.

Sono state individuati alcuni scenari, più o meno ambiziosi. Il più avanzato – e ovviamente il più costoso – prevede così investimenti fino a 36 miliardi. Come si è arrivati a questo conto? Lo spiega il documento presentato da Agici. “La rete di ricarica elettrica per 6 milioni EV (auto elettriche o ibride), stima fornita dal Piano per il 2030, necessita di 32.500 colonnine, 61 depositi elettrificati per autobus, per un totale di 923 milioni di € di investimenti.

A questo va aggiunta la spesa di 8,2 miliardi di € per eco-incentivi (ecobonus introdotto dalla Legge di Bilancio 2019) che lo Stato dovrà sostenere per accompagnare la diffusione delle auto elettriche. Complessivamente – si legge ancora – il fabbisogno finanziario per ferrovie, tram e metropolitane è di circa 27 miliardi di euro. Lo scenario più ambizioso di elettrificazione combinato ad una estesa cura del ferro nelle città vale in totale 26 miliardi”.

Essendo il più ambizioso è anche quello che raggiunge i maggiori benefici per salute e ambiente. “Con queste scelte – si legge sempre nel rapporto – si arriva a ridurre le emissioni di CO2 equivalenti del 30% rispetto al 2018, pari a un taglio di 20,5 milioni di tonnellate/anno al 2030.

Un risultato che si avvicina all’obiettivo del Piano nazionale energia e clima, fissato a meno 24 milioni di tonnellate/anno al 2030 per l’intero settore dei trasporti”, inclusa la lunga percorrenza (spostamenti extraurbani, aerei ecc.) che lo studio non considera. A cui si deve aggiungere una diminuzione delle polvere sottili che arriva al 69 per cento di quelle microscopiche.

Sempre dallo studio si scopre, ovviamente, che le aree metropolitane dovranno dare il contributo maggiore alla de-carbonizzazione ma che non va trascurato anche il ruolo dei piccoli comuni sotto i 10mila abitanti, “a causa dell’elevata consistenza demografica (15,6 milioni di abitanti nel 2018) e dell’uso oggi preponderante dell’automobile”.

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