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Boccia: piano infrastrutture shock da 170 miliardi di euro per rilanciare l’economia

Photo credit: Governo Italiano Presidenza Consiglio dei Ministri

Il presidente di Confindustria: 70 miliardi già disponibili in base alle valutazioni dell’Ance, altri 100 finanziati con gli eurobond

Riprendiamo un articolo scritto da Nicoletta Picchio per Edilizia e Territorio relativo a un piano infrastrutturale per l’Italia proposto da Confindustria.

Una legge di bilancio che unisca rigore e crescita, con la priorità del lavoro. Da realizzare con un piano di medio termine, vista la scarsità di risorse. E mettendo a punto «una grande politica anticiclica», in sintonia con la politica monetaria espansiva della Bce. Vincenzo Boccia rilancia l’agenda di Confindustria: lavoro, taglio del cuneo fiscale, piano inclusione giovani, infrastrutture, con «un piano shock da 170 miliardi».

Una cifra che si regge su due assi: 70 miliardi, ha spiegato il presidente di Confindustria, sono risorse già disponibili, in base alle valutazioni dell’Ance, quindi non si fa ricorso al deficit e non si aumenta il debito. Altri 100 dovrebbero essere la dotazione italiana di un piano infrastrutturale a livello europeo da 1000 miliardi, da finanziare con gli eurobond. «La somma di questi due asset incrementerebbe l’occupazione in Italia e in Europa.

Dobbiamo essere protagonisti di una grande stagione riformista europea e l’Europa non deve essere l’alibi per non affrontare i problemi nel paese», ha detto Boccia, dal palco del Teatro alla Scala, all’assemblea di Assolombarda. In platea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quello del Consiglio, Giuseppe Conte, ed altri esponenti del governo.

Il premier, che ha chiuso la mattinata, ha ribadito che ci sono circa 70 miliardi di fondi infrastrutturali da spendere: «la domanda che gli facciamo è in quanto tempo li spendiamo, la questione temporale deve entrare nella sensibilità del governo. Se aspettiamo tre anni ad aprire i cantieri evidentemente gli effetti anticiclici non arriveranno nel mondo dell’economia reale», ha detto Boccia, parlando a margine al termine dell’assemblea.

Bisogna accelerare, ricorrendo, ha detto il presidente di Confindustria, ai commissari seguendo lo schema previsto dallo sblocca-cantieri. «Dietro le proposte di Confindustria c’è un’idea di società, le infrastrutture collegano territori, includono persone e creando lavoro determinano coesione sociale». L’economia rallenta, è lo scenario dipinto da Boccia, la Germania è in recessione, il Sud anche, nelle fabbriche del Nord gli ordini sono in calo.

Occorre reagire: «l’incremento dell’occupazione è la priorità del paese. Non dibattiamo troppo per 2-3 miliardi della legge di bilancio, non andiamo in Europa a chiedere di poter incrementare il deficit, ma cerchiamo di essere protagonisti di una politica anticiclica. È questa la visione che l’industria italiana porta all’attenzione della politica.

Siamo un corpo intermedio, equidistanti dai partiti e non chiediamo scambi alla politica», ha sottolineato Boccia. Una linea perseguita con la politica dei fattori, ha ricordato, poi con quella dei fini, per realizzare grandi obiettivi. Nella consapevolezza che «da soli possiamo fare tanto, ma da soli non ce la faremo» e che «la forza delle fabbriche determina la grandezza del paese».

Lavoro, crescita e debito restano le priorità di Confindustria. «Il lavoro è il primo articolo della Costituzione, l’elemento fondamentale della coesione del paese». Ed è la «dedizione al lavoro» che Boccia ha sottolineato come «filo rosso cui ci lega la memoria di uno di noi, un grande imprenditore, Giorgio Squinzi» ricordando l’ex presidente di Confindustria scomparso l’altro ieri.

«Occorre passare dal conflitto alla collaborazione per la competitività, essere corresponsabili. Ma non ci può essere una parte responsabile e una no.

È finita la fase dell’autosufficienza, da soli non ce la faremo, ma questo vale anche per i governi», ha continuato Boccia. Sulla legge di bilancio il presidente di Confindustria ha poche aspettative, vista la scarsità di risorse. Deve essere un «passo di un piano di medio termine» che dia al paese certezza di futuro.

«Il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, ha detto una cosa chiara che è nel Patto della fabbrica, condivisa da tutte le parti sociali: è stato ribadito il taglio al cuneo fiscale, perché ridurre le tasse ai lavoratori è il primo step cui aggiungere le infrastrutture e il piano inclusione giovani».

Serve un cambio di metodo, passare dal «patto di stabilità e crescita a un patto di crescita e stabilità. Prima dobbiamo decidere gli obiettivi che si vogliono realizzare sull’economia reale, poi definire i provvedimenti, infine agire sui saldi di bilancio».

Con strategie diverse sia Usa che Cina stanno puntando sull’industria. «La sfida è tra Ue e mondo esterno», ha detto Boccia. Ma anche da noi bisogna agire, mettendo al centro «la questione industriale che è una questione nazionale».