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Autostrade, l’Autorità cambia le tariffe ai concessionari

Si ringrazia lo staff di Il Post per la foto pubblicata

L’Autorità dei Trasporti ha approvato la proposta di nuovi modelli tariffari per le concessioni autostradali. Con questa delibera (che dovrà essere ora approvata dal Governo) l’Art. modifica pesantemente le attuali convenzioni che regolano il pedaggio dei singoli concessionari.

L’autorità lo fa, in base a una legge che vuole unificare i metodi di calcolo delle tariffe, che oggi sono decine. A suscitare polemica da parte dei concessionari è il fatto che la modifica alla tariffa (e alla convenzione) ha effetto retroattivo. In questo modo l’Autorità potrebbe cambiare in corso la remunerazione di investimenti privati già realizzati, come per esempio la Variante di Valico.

I concessionari: così si bloccano gli investimenti
Ancora una volta – denunciano i concessionari – si interviene a modificare le regole in corso d’opera, con un’azione ritenuta incostituzionale e contraria ai principi di affidabilità di un Paese. La modifica rischia di bloccare investimenti in corso o programmati. Le concessionarie riunite in Aiscat – con Aspi in prima fila – minacciano di reagire con durezza a tutela dei propri interessi.

Toninelli: inizio della rivoluzione
«Leggo le critiche di Aiscat, l’associazione dei concessionari autostradali, al nuovo sistema tariffario per i pedaggi varato dall’Autorità di regolazione dei trasporti. Siamo di fronte all’inizio della rivoluzione che avevamo promesso sin dal nostro insediamento». Così il ministro dei trasporti Danilo Toninelli in una nota. «Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta», aggiunge.

Di Battista: riprendere il controllo delle autostrade
Ancora più radicale la posizione del suo compagno di partito Alessandro Di Battista. «Questo è il momento di riprendere il controllo delle autostrade, la battaglia non è semplice. Ovviamente se la Lega decidesse di combatterla sarebbe tutto più facile ma la Lega tace. Recuperare il controllo delle autostrade farà entrare nelle casse dello Stato miliardi di euro da investire nella diminuzione del carico fiscale o nell’abbassamento dei pedaggi. Si può fare, purché si abbia il coraggio».