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Appalti, Buscema (Corte dei Conti): il controllo preventivo aiuterà le opere strategiche

I magistrati contabili favorevoli all’estensione dell’emendamento contro lo sciopero della firma. Ance e Confindustria: rischio di allungamento dei tempi

Ripreso un articolo di Massimo Frontera apparso su Edilizia e Territorio sul controllo preventivo degli appalti pubblici.

«L’attenzione che le comunità pongono alla correttezza della gestione del denaro pubblico richiede un ripensamento del sistema dei controlli. Un controllo preventivo intestato alla Corte dei conti in materia di appalti e contratti pubblici potrebbe consentire, salvaguardando comunque l’esigenza di brevità dei tempi, di affiancare l’azione dei responsabili di settori così delicati e complessi. Ciò a maggior ragione per le opere pubbliche che costituiscono un volano per lo sviluppo economico».

Il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema “benedice” l’emendamento sul controllo preventivo finalizzato a scongiurare lo “sciopero della firma” dei pubblici funzionari, i quali si mettono al sicuro da eventuali chiamate di responsabilità a seguito di controlli erariali, a prezzo però della paralisi della macchina amministrativa nel settore dei lavori pubblici.

Il numero uno della magistratura contabile ha parlato aprendo il convegno, promosso dalla stessa Corte dei Conti sul tema “Quale controllo preventivo per gli appalti pubblici?”, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del vicepresidente dell’Ance, Edoardo Bianchi, e del vicepresidente di Confindustria, Carlo Robiglio.

«I primi segnali di riavvio degli investimenti pubblici che si colgono dai dati della prima metà dell’anno – ha fatto osservare Buscema – devono spingere a proseguire in tale direzione, ben consapevoli che una adeguata dotazione di infrastrutture è indispensabile per la crescita».

Nel corso dell’incontro è apparso chiaro che la norma – nella forma dell’emendamento al Dl “ministeri” (n.104/2019) in corso di discussione al Senato (atteso in Aula dal 29 ottobre prossimo) – piace ai “controllori” dell’operato degli amministratori, che vorrebbero ampliarne ulteriormente l’applicazione. «Sarebbe auspicabile estendere l’ambito di applicazione sia abbassando il limite di importo per l’utilizzo del controllo preventivo, sia estendendolo anche agli appalti di servizi e forniture», ha detto Francesco Saverio Marini, componente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti. Gli ha fatto eco Luigi Caso, presidente dell’Associazione nazionale magistrati della Corte dei Conti, chiedendosi perché limitare l’istituto ai soli lavori e non anche – appunto – ai servizi e alle forniture.

All’ottimismo della Corte dei Conti – che per garantire il servizio dovrà rafforzare la propria struttura – hanno fatto riscontro le cautele e i timore espressi dai rappresentanti del mondo delle imprese, che non hanno nascosto il rischio di produrre un ingolfamento delle procedure di appalto, con l’effetto di moltiplicare – anziché abbattere – l’allungamento dei tempi di aggiudicazione delle opere e, di conseguenza, dell’apertura dei cantieri.

«Il controllo preventivo di legittimità è sicuramente utile – ha detto il vicepresidente dell’Ance con delega alle opere pubbliche Edoardo Bianchi – è però importante vedere come dispiega i suoi effetti. La finalità del controllo preventivo di chi sta dalla parte della Pa si aspetta che il controllo preventivo sia una esimente della colpa grave. Se non c’è questo il paese resta fermo».

«Se non viene riperimetrato il reato di abuso d’ufficio e riconfigurato il reato di responsabilità erariale – ha aggiunto Bianchi – è tutto tempo perso: dobbiamo rimettere la macchina pubblica in condizione di operare, di firmare con una “leggera” serenità che non venga messo in discussione quello che viene siglato dal dirigente».

Quanto agli aspetti operativi il vicepresidente dell’Ance suggerisce di abbassare l’attuale soglia prevista di cinque milioni di euro «perché il 97% dei bandi di lavori sono sotto questa soglia». Inoltre il ricorso al controllo preventivo dovrebbe essere esteso alle amministrazioni decentrate, non solo a quelle centrali.

Altro aspetto che secondo l’Ance andrebbe affrontato è il coordinamento con le funzioni di Anac, competente sulla vigilanza collaborativa, e le competenze dell’Avvocatura interna delle amministrazioni, cui spesso ci si rivolge in via preventiva «spesso con esiti diversi in base all’interlocutore.

Anche secondo il vicepresidente di Confindustria e presidente della Piccola industria Carlo Robiglio la norma «può essere utile a favorire lo sblocco e la velocizzazione delle opere pubbliche», manifestando però «preoccupazioni che riguardano i riflessi procedurali e organizzativi che gli emendamenti proposti possono avere».

«Il controllo preventivo sugli atti di aggiudicazione da parte della Corte dei conti – si è chiesto Robiglio – potrà contenersi in tempi brevi e certi? È stata verificata la fattibilità organizzativa della proposta in termini di risorse necessarie da parte della Corte per far fronte alla nuova gravosa funzione? Non sarebbe utile studiare soluzioni alternative che possano risolvere la questione riducendo direttamente per legge le ipotesi di colpa e responsabilità, senza alcun aggravio procedurale od organizzativo?».

«Un’altra grande questione da risolvere a monte – ha aggiunto il leader confindustriale – è la qualità del decisore pubblico, su cui emerge l’assoluta necessità di una formazione adeguata, per colmare i deficit di professionalità e di cultura economica e aziendale».

Una valutazione “freddamente neutra” è arrivata invece dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli. «Secondo me è una possibilità», ha detto. «Nel mio caso – ha aggiunto, ricordando l’applicazione della valutazione preventiva agli appalti della ricostruzione, nel suo precedente ruolo di commissario di governo – quello strumento è stato potente: mi accontenterei tra due anni di poter dire che magari lo abbiamo provato e, nel caso delle gare, è stato utile».