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Analisi. La tregua possibile sulla Tav e il modello Genova per sbloccare i cantieri

Si ringrazia lo staff di Lettera43 per la foto pubblicata

Parere e suggerimenti di Giorgio Santilli, apparso su Edilizia e Territorio, su come poter arrivare attraverso Commissari straordinari al decreto legge sblocca-cantieri.

Il parere dell’Avvocatura di Stato che dovrebbe confermare la possibilità di sospendere, entro sei mesi e senza rischi di costi aggiuntivi per lo Stato, la procedura di gara avviata da Telt con la pubblicazione dei bandi è l’ultimo tassello (in arrivo) per giungere a una tregua politica, solo apparentemente momentanea, sulla questione Tav.

Il parere dell’Avvocatura sarà con tutta probabilità già stasera sul tavolo “tecnico” a Palazzo Chigi insieme agli altri due documenti decisivi di questa tornata: l’analisi costi-benefici bis che ha ridotto da 7 a 2,4 miliardi la differenza fra costi e benefici considerando solo costi e benefici per l’Italia; l’analisi dei costi del “non fare” (cioè della rinuncia alla Torino-Lione) che, nella relazione dell’avvocato Pucciariello, presenta una forchetta ancora molto ampia, da 1,7 a 3,9 miliardi, e avrebbe bisogno di un supplemento di indagine per ridurla a valori più realistici. In particolare bisognerebbe approfondire, oltre alle clausole contrattuali, il costo di ripristino dei luoghi (375 milioni), quelli per mettere in sicurezza la linea storica (1,5 miliardi) e le potenziali perdite di fondi Ue.

Il compromesso salverebbe il governo e consentirebbe a tutti di difendere le proprie bandiere in vista della campagna elettorale europea: la Lega potrebbe comunque vantarsi con il Nord produttivo di aver garantito la continuità operativa con i bandi di gara e di non aver messo a rischio i fondi Ue (per ora); i Cinque stelle potrebbero continuare a professare la loro posizione No-Tav sottolineando che il verdetto sull’opera è rinviato. E sarebbe Palazzo Chigi ad assumersi la responsabilità di “firmare” i bandi (sollevando il ministro Toninelli) e a spiegare al tempo stesso su quali dati va avanti l’istruttoria.

L’unica alternativa possibile a questo esito sembra, in assenza di indicazioni del governo, l’approvazione da parte del consiglio di Telt, lunedì prossimo, dei bandi, con le successive dimissioni dei consiglieri italiani.

La prima soluzione avrebbe però un vantaggio. Il governo potrebbe accantonare per un po’ la Tav e finalmente dedicarsi, compatto, al decreto legge sblocca-cantieri. Potrebbe così respingere l’attacco già sferrato dal nuovo segretario del Pd Zingaretti sul tema delle infrastrutture.

Il decreto sblocca-cantieri può essere una grande occasione per ridare il giusto valore alla “variabile tempo” che la politica spesso perde di vista. È stato ricordato anche ieri nel convegno di Confindustria a Genova sulle infrastrutture sostenibili. Questa perdita della “dimensione tempo” ha portato l’Italia ad accumulare un ritardo trentennale sulle reti infrastrutturali e sul dissesto territoriale.

Ora bisogna recuperare questo tempo. Il decreto legge non ha ancora contorni nitidi ma un pilastro sembra il ricorso a commissari straordinari per affrontare, in attesa di una riforma del codice degli appalti e delle procedure, lo sblocco o l’accelerazione di procedure ordinarie su un certo numero di progetti strategici e condivisi. Obiettivo accelerare, tutti insieme. Dare una risposta come quella che sembra funzionare a Genova dove il sindaco Bucci ha mostrato di interpretare al meglio, con saggezza e trasparenza, il ruolo di commissario. Ieri il presidente di Confindustria ha chiesto di estendere il “modello Genova” a tutte le infrastrutture strategiche bloccate oggi.

Sarebbe un bel modo per ricominciare.