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Nella risoluzione si afferma che la Commissione può presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino a un massimo di 12 mesi, se ritiene che le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno.
La risoluzione legislativa è stata adottata con 410 voti favorevoli, 192 contrari e 51 astensioni. Ora spetta ai governi adottare la loro posizione comune per avviare i negoziati con l’Europarlamento, ma finora gli Stati membri non sono riusciti a trovare un accordo al Consiglio.
In risposta alle iniziative dei cittadini, nel febbraio 2018 il Parlamento ha chiesto alla Commissione di valutare la direttiva sull’ora legale e, se necessario, presentare una proposta di revisione della stessa.
A seguito della valutazione, che ha ricevuto 4,6 milioni di risposte con l’84% favorevole a porre fine ai cambiamenti di orario, la Commissione ha presentato la proposta, che dovrà essere concordata tra il Parlamento e il Consiglio per entrare in vigore.
L’attuale direttiva sull’ora legale impone agli Stati membri dell’Ue di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di tornare all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.
Il Parlamento europeo appoggia la proposta della Commissione di abolire il cambio tra ora legale e ora solare, ma chiede di spostare la data di entrata in vigore del nuovo regime dal 2019 al 2021.
Secondo la posizione comune adottata dai deputati, gli Stati membri che decidono di mantenere l’ora legale dovrebbero cambiare le lancette dell’orologio per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare dovrebbero farlo l’ultima domenica di ottobre 2021.
Per proteggere il mercato interno da perturbazioni, i deputati hanno chiesto che gli Stati membri e la Commissione coordinino le loro decisioni su quale ora adottare.