Sono sette le imprese (Vitali SpA, Endiasfalti SpA di Prato, Co-Ba Srl di Barberino/Firenze, Costruzioni Generali Girardini SpA di Sandrigo/Vicenza, Deon SpAdi Belluno, Frantoio Fondovalle Srl di Marano/Modena, Superbeton SpA di Susegana/Treviso) che hanno presentato pochi giorni fa un esposto all’Autorità garante per la concorrenza, segnalando la presunta esistenza di un cartello tra le imprese produttrici di bitume, una pratica anticoncorrenziale che avrebbe portato a un ingiustificato aumento dei prezzi del bitume negli ultimi mesi. A queste si è poi aggiunto il Gruppo Adige Bitumi SpA.
L’esposto si rivolge alle società produttrici di bitume in Italia: Api-Anonima Petroli Italiana SpA di Roma, Eni SpA di Roma, Ies-Italiana Energia e Servizi SpA di Mantova, Iplom Spa di Busalla (GE), Alma Petroli Spa di Ravenna.
Il bitume è un prodotto costituito da miscele di idrocarburi e composti organici complessi ad alto peso molecolare e viene ottenuto nell’ambito del processo di raffinazione del petrolio greggio.
La percentuale di bitume che si ottiene dalla raffinazione del petrolio varia, generalmente, tra lo 0% e il 30%. Sono solamente undici le raffinerie che lo producono in Italia, di cui sette collocate nel Centro-Nord: Trecate (No) (Esso, Erg), Busalla (Ge) (Iplom), Mantova (Ies), Ravenna (Alma, Api), Sannazzaro (Pv) (Eni), Marghera (Ve)(Eni)e Livorno (Eni).
Il bitume viene principalmente impiegato per la realizzazione di asfalti usati nella pavimentazione stradale e per l’impermeabilizzazione in edilizia.
La segnalazione fatta all’Agcm dalle imprese di costruzione, deriva da un improvviso aumento del prezzo del bitume, ritenuto ingiustificato dai ricorrenti, passato dai 395 euro a tonnellata a dicembre 2017 fino a 460 euro nel maggio scorso.
Da quanto si legge nell’esposto, il prezzo del petrolio va sostanzialmente di pari passo con quello dell’olio combustibile (un derivato del petrolio) «in virtù delle formule aritmetiche di determinazione dei prezzi assunte dalle compagnie petrolifere».
Per tutto il 2017, i prezzi di olio combustibile e bitume hanno avuto un andamento costante e sono rimasti in sostanza collegati tra di loro. Dall’inizio dell’anno in corso, invece, mentre il prezzo dell’olio combustibile non ha subito variazioni rilevanti, quello del bitume si è alzato in maniera evidente e non giustificata.
Tale incremento dei prezzi, inoltre, è coinciso con l’apertura degli appalti Anas per la manutenzione periodica della pavimentazione stradale in varie parti d’Italia.
Il prezzo del bitume, sottolineano le imprese di costruzione, non è un valore indicizzato negli appalti stradali, dunque l’aumento dei prezzi grava direttamente sulle imprese. Per fare un esempio, su un’aggiudicazione del valore di 55 milioni di euro riferito agli appalti vinti dalle imprese con l’Anas, ammonterebbe a 5 milioni di euro l’aggravio di costo dovuto all’anomalo andamento dei prezzi del bitume negli ultimi mesi.
Attraverso l’esposto, le società richiedono all’Antitrust di “avviare un’istruttoria volta ad accertare l’esistenza di pratiche anticoncorrenziali tra le imprese produttrici di bitume per determinare il prezzo dello stesso in maniera illogica e non in linea con le regole di mercato”.
Foto di www.oilproducts.eni.com/it