Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Strade killer e automobilisti imprudenti

Quando l’informazione contribuisce a individuare le responsabilità

“Strada killer”! Più volte abbiamo letto titoli di giornali che indicano la strada come causa o concausa del verificarsi di un incidente mortale. Ma, una premessa va fatta. Le componenti che interagiscono nella circolazione stradale sono tre: l’uomo, il veicolo e l’infrastruttura.

La mobilità, nel suo insieme, è un “sistema” complesso e interdipendente. Quando siamo al volante elaboriamo un continuo di informazioni che provengono dall’esterno: andamento planimetrico dell’arteria, la segnaletica verticale e orizzontale, il movimento dei veicoli, l’efficienza del nostro mezzo, le condizioni meteo. Tutti questi dati, che il cervello immagazzina ed elabora, ci portano ad adeguare la velocità al flusso di traffico di cui siamo parte integrante.

Basta un niente, però, per fare saltare il (precario) “equilibrio” viario: un malore (componente uomo), un guasto meccanico (componente veicolo), un avvallamento della strada (componente infrastruttura).

I sinistri rilevati dalle Forze dell’Ordine confermano quanto gli scorretti comportamenti di guida influiscono sull’incidentalità. Si tratta di una percentuale alta, a leggere i rapporti annuali sfornati dall’Istat. Dati del 2016: il 16% degli incidenti è attribuibile alla guida distratta o indecisa; il 15% al mancato rispetto della precedenza; l’11% alla velocità troppo elevata.

Sempre nel 2016, è bene rammentarlo, si sono verificati 175.791 incidenti stradali con lesioni alle persone che hanno provocato 3.283 vittime (morti entro il 30° giorno) e 249.175 feriti. Sulla base di stime del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il costo sociale totale degli incidenti (con lesioni alle persone), a prezzi del 2010, è quantificato in circa 17 miliardi di euro. L’1,1% del Pil nazionale. Numeri e percentuali definiscono l’ordine di grandezza del fenomeno. Inoltre, i singoli si muovono sempre di più (dall’ 80,3% all’ 83,6% della popolazione), mentre si riduce la lunghezza media degli spostamenti.

La mobilità locale assorbe il 70% della domanda.

Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta al 50,6 nella UE, e al 54,2 in Italia. Siamo al quattordicesimo posto nella graduatoria europea. Ma quanto incide la “componente strada” sugli incidenti? Il dato, seppure precario, si potrebbe ricavare, ipotizziamo, dai risarcimenti che gli Enti che le gestiscono riconoscono a seguito dei contenziosi, per risarcimento del danno, avviati dagli utenti.

Non esistono, riteniamo, “Strade killer”, per quanto sia più semplice addossare la colpa a presunte “Vie della morte”, piuttosto che a comportamenti di guida, spesso, contraddistinti da imprudenze, distrazioni, eccessi, stato psico-fisico alterato, malori, sottovalutazione del pericolo, ostacoli improvvisi. Rispettando il Codice della Strada e adottando uno stile di guida prudente, non c’è strada che possa uccidere solo per il fatto di avere curve, cunette, dossi e rettilinei.

Le vie di comunicazione, da sempre, veicolano il progresso, la conoscenza dei territori, ampliano i commerci, contribuiscono al formarsi delle comunità. Generano progresso, non lutti.