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Quanto costerebbe non fare la TAV Torino-Lione?

Foto di GIUSEPPE CACACE / AFP 

Come riportato da un’inchiesta e una ricerca dell’AGI – Agenzia Giornalistica Italia, secondo i sostenitori del progetto Alta Velocità Torino-Lione la sospensione dei lavori costerebbe penali tali da rendere più conveniente proseguire. Gli oppositori lo negano. Dove sta la verità?

Nel testo definitivo dell’accordo di governo tra Lega e M5S, tra le altre cose, è scritto (punto 27): “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Questa promessa ha scatenato le polemiche tra favorevoli e contrari all’opera. Uno degli aspetti su cui si è concentrato il dibattito è il costo – o comunque le conseguenze – dell’eventuale rinuncia italiana al progetto. Sono previste penali o si possono prevedere le conseguenze di un atto simile?

Il vicepresidente della regione Auvergne-Rhône-Alpes Etienne Blanc ha dichiarato che “viste le penali da pagare, per l’Italia sarebbe più costoso interrompere i lavori che proseguirli fino alla fine come concordato”.

Un’affermazione che riecheggia quanto già affermato da Paolo Foietta, Commissario straordinario del Governo per l’asse ferroviario Torino-Lione, pochi giorni prima. Secondo Foietta, “sono già stati investiti oltre 1,4 miliardi in studi, progetti ed opere finanziati per metà dall’Unione Europea e al 25 per cento a testa tra Italia e Francia.

L’Europa ha inoltre già assegnato una prima tranche di 813 milioni di euro di finanziamento, nell’ambito del programma Tent-T 2015-2019, per i lavori definitivi a finanziamento del 40 per cento dei costi sostenuti nel periodo. Il solo costo diretto complessivo da restituire a UE e Francia risulterebbe senz’altro superiore a 2 miliardi”.

Stephane Guggino, delegato generale del comitato della Transalpine, che promuove la linea ad alta velocità Lione-Torino è dello stesso parere: “La Francia ha sbloccato dei crediti, l’Europa ha fatto altrettanto. Se si decide unilateralmente di sospendere il progetto, di chiudere il cantiere, ciò comporterebbe necessariamente la conseguenza che il Paese che si ritira rimborsi all’Europa e al suo partner francese le somme che hanno speso”.