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Primo sì al Decreto Genova, cosa cambia dopo l’approvazione del testo alla Camera

Muro contro muro fino a tarda notte per la contestata sanatoria per gli abusi edilizi a Ischia poi la Camera approva con 284 sì, 67 no, 41 astenuti il decreto nato dalla tragedia di Ponte Morandi

Dopo un lungo scontro fra governo e opposizione, la Camera dei Deputati ha approvato – con 284 sì, 67 no, 41 astenuti – il cosiddetto Decreto Genova che passa ora all’esame del Senato.

Al centro del muro contro muro fino a tarda notte, la contestata sanatoria per gli abusi edilizi a Ischia che il Partito democratico aveva chiesto – senza successo – di eliminare dal decreto legge per poter procedere a una veloce approvazione del decreto nato dalla tragedia di Ponte Morandi.

Il testo del decreto Genova: la ricostruzione del ponte Morandi
Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli  ha spiegato come con la conversione in legge del decreto il Governo destinerà 72 milioni di euro per le 266 famiglie sfollate dopo il crollo del ponte Morandi, 55 milioni per le imprese danneggiate, 30 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori, quasi 50 milioni per la mobilità comunale e regionale, 20 milioni in favore degli autotrasportatori, circa 45 milioni per la logistica e il porto.

Il ministro Toninelli ricorda inoltre come nel decreto fiscale siano stati stanziati 15 milioni per l’Autorità di sistema portuale, mentre fondi siano previsti con la legge di bilancio per il Porto di Genova (200 milioni), per gli autotrasportatori danneggiati dai lunghi tragitti conseguenti al crollo del ponte Morandi (160 milioni) e per la Zona franca urbana (100 milioni).

Disposizioni urgenti per la città di Genova ed altre emergenze
La Camera ha approvato mercoledì 31 ottobre il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Il “decreto Genova” si compone di 5 punti fondamentali:

1 – Interventi urgenti per il sostegno e la ripresa economica del territorio del comune di Genova

2 – Sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti

3 – Interventi nei comuni di Casamicciola Terme. Forio, Lacco Ameno dell’Isola di Ischia

4 – Misure urgenti per gli eventi sismici verificatisi in Italia negli anni 2009, 2012, 2016 e 2017

5 – Ulteriori interventi emergenziali

Autostrade costretta a pagare – Nel decreto il “concessionario del tratto autostradale” viene ritenuto “responsabile dell’evento” perchè “responsabile del mantenimento in assoluta sicurezza e funzionalità dell’infrastruttura concessa” per questo dovrà “far fronte alle spese di ricostruzione dell’infrastruttura e di ripristino del connesso sistema viario, entro trenta giorni dalla richiesta del Commissario straordinario”.

In caso di ritardi sui pagamenti – Se Autostrade non dovesse pagare o se dovesse tardare, lo Stato anticiperà 30 milioni annui dal 2018 al 2029. Soldi che arriverebbero dal fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.
Autostrade fuori dalla ricostruzione – Il decreto conferma quanto dichiarato a più riprese dal vicepremier Di Maio e dal ministro Toninelli, ovvero che Autostrade per l’Italia non parteciperà alla ricostruzione del ponte. “Il commissario straordinario affida – si legge nel decreto – la realizzazione delle attività concernenti il ripristino del sistema viario, nonché quelle propedeutiche e connesse, ad uno o più operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione, diretta o indiretta, in società concessionarie di strade a pedaggio, ovvero siano da queste ultime controllate o, comunque, ad esse collegate, anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali”. Sono quindi esclusi anche gli altri attuali concessionari autostradali.
Assunzioni per far fronte all’emergenza – “Per far fronte alle necessità conseguenti all’evento, la Regione Liguria, la Città metropolitana di Genova, il Comune di Genova, previa autorizzazione del Commissario delegato per l’emergenza  (…) possono assumere, complessivamente per gli anni 2018 e 2019 con contratti di lavoro a tempo determinato, ulteriori unità di personale con funzioni di protezione civile, polizia locale e di supporto all’emergenza, fino a 250 unità, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale previsti dalla normativa vigente”. Via libera quindi ad assunzioni per fare fronte all’emergenza.
Trasporto pubblico e locale – Il decreto prevede interventi per favorire le misure a sostegno del trasporto pubblico locale: Saranno infatti stanziate, a favore della Regione Liguria risorse straordinarie “nella misura di 500.000 euro per l’anno 2018 e 23.000.000 di euro per il 2019 da destinare al finanziamento dei servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento, per l’efficientamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale già attivati nonché per garantire l’integrazione tariffaria tra le diverse modalità di trasporto nel territorio della città metropolitana di Genova”.
Inoltre “Al fine di assicurare servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento, sono attribuite alla Regione Liguria risorse straordinarie nella misura di euro 20.000.000 per l’anno 2019 per il rinnovo del parco mezzi utilizzati nella città metropolitana di Genova”.

Previsti inoltre fondi per misure in favore degli autotrasportatori costretti a percorrere tratti autostradali aggiuntivi a causa dell’emergenza.

Aiuti al porto – Stanziati anche 30 milioni di euro per il Porto, dove viene istituita anche la “Zona Logistica Semplificata – Porto e Retroporto di Genova comprendente i territori portuali e retroportuali del Comune di Genova, fino a includere i retroporti di Rivalta Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzo e Melzo e Vado Ligure”.
Le coperture – La spesa per demolizione e ricostruzione è stata stimata in 360 milioni di euro, ma è soggetta a variazioni perché dipenderà dagli interventi e dal progetto che verrà scelto dal commissario straordinario. Complessivamente il decreto prevede spese per 645 milioni di euro.
Terzo Valico – Manca nel decreto il riferimento al Terzo Valico per collegare Liguria e Piemonte, una scelta che ha acceso le polemiche politiche.

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