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Rischio crollo a livello quattro su una scala di cinque è la valutazione scritta nero su bianco nella notte dal provveditore alle opere pubbliche della Liguria Roberto Ferrazza, che ha spedito la sua ultima relazione sullo stato del moncone del ponte collassato.
Il rapporto urgente è arrivato sui tavoli del ministero dei Trasporti, al dipartimento della Protezione civile, a Palazzo Chigi, in prefettura a Genova e in Procura. Lo stato di corrosione di «grado elevato emerge sul Pilone 10 di Ponte Morandi», che sostiene il moncone Est della struttura, a ridosso delle abitazioni evacuate.
Il procuratore capo Francesco Cozzi ha già fatto sapere con una lettera alle parti interessate che è pronto a firmare il dissequestro dell’area per consentire un eventuale abbattimento se le questioni di sicurezza lo imponessero.
Il commissario delegato all’emergenza, cioè il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, ha inviato poco fa una nota a società Autostrade per intimare con effetto immediato una delle due possibilità: o mettere in sicurezza quello che resta del ponte o abbatterlo.
Effetto immediato: la società autostrade dovrebbe quindi rispondere entro poche ore alla richiesta e siccome la messa in sicurezza sarebbe un’operazione piuttosto lunga, la cosa più probabile è che Autostrade per l’Italia risponda presentando il piano di abbattimento.
«Bisogna puntare all’abbattimento nel più breve tempo possibile di tutto quello che rimane del ponte Morandi, una brutta carcassa e un brutto simbolo», ha dichiarato Toti al Meeting di Rimini.
In via informale, dalla struttura commissariale che si sta occupando dell’emergenza stimano «fin troppe» le prossime 48 ore per dare una risposta. Se Autostrade per l’Italia non replicherà entro un massimo di due giorni all’intimazione immediata sarà lo stesso Toti a decidere cosa fare. fa I nodi sulla sorte del Morandi quindi si scioglieranno molto presto.