L’annuncio di Rete ferroviaria italiana in prefettura a Bergamo, durante un incontro per gestire l’emergenza. Serve un intervento strutturale per mettere in sicurezza il ponte. Si temono code sulle altre infrastrutture che attraversano il fiume.
L’annuncio va oltre qualsiasi aspettativa e indiscrezione della prima ora.
Il ponte ferroviario e stradale che attraversa l’Adda tra Calusco (Bergamo) e Paderno (Lecco) potrebbe restare chiuso fino a due anni per consentire un intervento strutturale di ripristino e messa in sicurezza: questa l’informazione resa nota dal dirigente di Rete ferroviaria italiana che ha partecipato all’incontro in prefettura a Bergamo nel pomeriggio di sabato 15 settembre.
«Fino a due anni» nel senso che lo stop potrebbe durare meno e che la riapertura della viabilità alle auto potrebbe arrivare prima di quella per i treni. Questa l’indicazione, senza ulteriori precisazioni.
Un annuncio con parecchie conseguenze, comunque: per 24 mesi filati, o poco meno, verrà meno uno dei collegamenti principali per attraversare l’Adda tra le province di Bergamo e Lecco, molto utilizzato dagli automobilisti, in un senso e nell’altro, per andare verso Monza e Milano, oppure appunto verso Bergamo e provincia.
E in aggiunta, vista la funzione mista dell’infrastruttura, sarà interrotta, spezzata in due, la linea ferroviaria Bergamo-Milano via Carnate, che ferma anche a Monza. Trenord ha istituito un servizio di navette che collegheranno le stazioni di Calusco e Paderno-Robbiate, con un giro aggiuntivo su strada, però, di 45 minuti.
Ma come deve intervenire Rete ferroviaria italiana? In programma c’era già un progetto da 1,2 milioni per rifare e alleggerire la soletta della strada utilizzata dalle auto sul ponte San Michele, manto stradale incluso.
Dopo la decisione di chiudere il ponte l’intervento sulla strada sarà anticipato, consentendo così una riduzione del carico su tutta l’infrastruttura. Poi scatterà la manutenzione straordinaria del ponte: sembra che il problema stia soprattutto in alcune parti ossidate. E solo dopo la manutenzione straordinaria, che potrebbe costare fino a 5 milioni, si potrà decidere se iniziare a riaprire la strada o meno.