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“Confermo che domani ci troveremo col ministro Salvini per la firma sulla Pedemontana, una firma importante perché si muova la più grande opera in cantiere in Italia”. Lo ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia.
“Molto probabilmente – ha aggiunto Zaia parlando con i giornalisti – se le adesioni non aumenteranno di molto rispetto alle 200 attuali, avendo fatto convocare tutte le istituzioni,
l’incontro si terrà a Palazzo Balbi.
Con questa firma si riconferma che questa opera va fatta sul serio, e che è bene che sia sempre acceso un faro sulla Pedemontana. Si tratta, lo ricordo, di un opera decisa nel 1990, con il progetto del 2002, la gara del 2006 e l’aggiudicazione nel 2009 in seguito a una sentenza del tribunale.
E sottolineo che da quando l’abbiamo presa in mano, cioè dal primo gennaio 2017, quando è diventata regionale, abbiamo coinvolto Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato e Anac, nominando come commissario il vice avvocato generale dello Stato, Corsini: quelli che dicono che c’è polvere sotto il tappeto, mi dicano dov’è.
Con il ministro Toninelli ho avuto un bell’incontro e abbiamo parlato di tante partite, penso che la Pedemontana non sia al centro delle questioni, ma bisogna spiegare ai cittadini che il dibattito politico si deve tradurre in opere”.
“Io – ha proseguito Zaia – non sono un feticista, cerco un rapporto asettico nell’affrontare le opere. Ed è per questo che sottolineo che fare oggi delle revisioni significherebbe una spesa di miliardi in più. E non si dica che sono innamorato della Pedemontana: l’ho data in mano ai tecnici, perché mi sembrava onesto che fosse valutato tutto.
Oggi nessuno ha 2 miliardi e 258 milioni, il costo dell’opera, che è pubblico, come tutto il resto. E se si partisse adesso, per realizzarla o ci vorrebbe un finanziamento nazionale o un accordo di concessione o l’introduzione di nuove tasse per fare infrastrutture. Questa è la verità – ha concluso – e io non racconto bugie”.