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Stampa

Oggi il capoluogo ligure ha ricordato le vittime. Un mese fa il crollo di Ponte Morandi

Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”.

Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un intervento sulla Stampa e Secolo XIX a un mese dal disastro del Ponte Morandi, in cui hanno perso la vita 43 persone. E sollecita il ritorno alla normalità in “tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza”. Il presidente plaude alla macchina della solidarietà e sollecita un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato, perché “ricostruire è un dovere.

Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta”. Oggi il capoluogo ligure ricorda le vittime. Ieri anche il giorno degli interrogatori davanti ai PM per i primi 4 indagati. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Salvatore Bonaccorso davanti al PM Massimo Terrile. Bonaccorso, assistito dall’avvocato Giovanni Ricco, è dirigente del Provveditorato e membro del comitato tecnico che approvò il progetto di retrofitting. “Ci siamo avvalsi – ha detto il legale – perché nell’avviso a comparire non ci è stata data una indicazione sommaria di cosa ci viene contestato. Tra una settimana ci faremo interrogare di nuovo quando vedremo un po’ di atti”.

Al via le operazioni per mettere i sensori I vigili del fuoco e i tecnici delle ditte specializzate, con la supervisione dei tecnici della Commissione nominati dalla struttura commissariale della Regione, hanno iniziato stamani i sopralluoghi e le operazioni propedeutiche all’installazione delle gru e delle apparecchiature di controllo dei sensori sui monconi del viadotto ‘Morandi’.

Verranno eseguiti test per la sicurezza e individuate le basi topografiche per i rilevamenti e la raccolta dei dati. Mattarella: “La città aspetta scelte concrete” “Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”.

Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un intervento sulla Stampa e Secolo XIX a un mese dal disastro: la città è stata colpita da una tragedia inaccettabile” e “ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta.

Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza”. “Una città colpita duramente, negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, stata capace di non cadere nella disperazione”. “Quella stessa solidarietà, alta, responsabile, coraggiosa, disinteressata, che ha caratterizzato i genovesi e i soccorritori”, afferma, è “la chiave di volta per superare la condizione che si creata”.

Ricostruire è un dovere “Serve un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato”, aggiunge, “ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante.

Partendo dal ricordo delle vittime, dai bisogni primari di quei cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l’impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell’economia”.