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MIT: gli obiettivi di Danilo Toninelli

Nel corso di un’audizione tenutasi al Senato il giorno 1 Agosto, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha delineato le linee programmatiche del suo dicastero

Migliorare i trasporti pubblici locali per i pendolari, riesaminare il progetto della Torino Lione, lasciare Alitalia per il 51% in mano all’Italia, la fusione fra Ferrovie dello Stato e Anas, un ddl sulla sicurezza stradale, in particolare degli utenti deboli e sulla mobilità dolce, l’applicazione dell’ecobonus e del sismabonus. Sono alcune delle linee programmatiche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Danilo Toninelli espresse nel corso dell’audizione al Senato.

Nel corso della seduta, sui trasporti pubblici dei pendolari, il ministro ha dichiarato che “la manutenzione del ferro e il miglioramento della qualità dei servizi di trasporto pubblico locale saranno un ulteriore punto centrale della nostra azione di governo.

Le ferrovie regionali e le tratte dei pendolari, in particolare, saranno tra le priorità assolute del mio mandato. Bisogna avvicinare le varie aree del Paese, non solo attraverso l’Alta velocità: come in alcune esperienze internazionali (per esempio, in Germania), per diminuire i tempi di percorrenza sulle medie distanze, per chiudere le maglie dell’Alta Velocità già realizzata, è sufficiente aumentare la velocità commerciale al di sopra dei 200 km/h, utilizzando le innovazioni tecnologiche e con interventi mirati sulle linee esistenti, senza necessariamente realizzare infrastrutture ex novo, costose e spesso impattanti sul territorio”.

Sulla Tav Torino Lione: “Non vi è alcuna ragione per la quale l’Italia, a prescindere dell’esito dell’analogo lavoro svolto in Francia, in applicazione del programma concordato dall’attuale maggioranza parlamentare, non ridiscuta integralmente il progetto all’esito di una nuova valutazione complessiva di costi e benefici”. Concludendo sul tema Toninelli ha inoltre sottolineato che “i timori paventati riguardo ai possibili effetti negativi che potrebbero derivare da questo programma di elementare razionalità non hanno alcun fondamento”.

Più fiducioso e positivo l’approccio verso la compagnia aerea di bandiera nostrana: “Con riferimento ad Alitalia siamo convinti che non vada semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo con il 51% in capo all’Italia e con un partner industriale in grado di farla volare”.

“Sono in corso da parte di questo Governo – ha puntualizzato, sempre sul tema, il ministro – con tutti i player internazionali per assicurare un futuro a questa azienda, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del Gruppo”. In conclusione “vogliamo un risanamento di Alitalia, con l’eliminazione di tutti gli sprechi che ne hanno determinato la crisi. Vogliamo che la futura ‘governance’ garantisca la realizzazione di un Piano industriale che sappia cogliere tutte le opportunità offerte dalle rotte internazionali non solo tradizionali ma anche verso nuove destinazioni”.

Sulla fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas: “Il Governo ha svolto un’attenta analisi avvalendosi della consultazione degli operatori interessati. Tutti hanno convenuto sulle criticità della fusione che non sarebbero state adeguatamente valutate. Le eventuali sinergie industriali, infatti, possono essere realizzate ugualmente, a prescindere da una fusione che rappresenta un fallimento annunciato, secondo le considerazioni già svolte fin dall’annuncio dell’operazione e che hanno trovato conferma nei recenti approfondimenti del governo”.

Sulla sicurezza stradale: “Il bollettino degli incidenti stradali segna un tragico aumento: nel 2017 sono morte 95 persone in più rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra di 3378 vittime. In totale quasi 10 morti al giorno: numeri inaccettabili per un Paese civile! Pochi sanno che l’Unione europea ha posto ai Paesi membri l’obiettivo di dimezzare entro il 2020 il numero delle vittime della strada, per arrivare poi a zero morti nel 2050. L’Italia sta miseramente fallendo, perciò vogliamo invertire la rotta, premiando gli Enti locali virtuosi in grado di ridurre il numero di incidenti sulle loro strade.

A breve sarà discusso il decreto attuativo che obbliga i concessionari autostradali a mettere in sicurezza i guard rail dei percorsi su cui si registra un maggior numero di incidenti. È nostra intenzione inoltre modificare il Codice della Strada per implementare la sicurezza in favore dell’utenza vulnerabile, nello specifico bambini e ciclisti. Il Governo intende mettere il traffico a dieta e rendere più pulite e vivibili le nostre città”.

Nello specifico il capo del dicastero delle infrastrutture e dei trasporti si focalizza sulla modifica dell’articolo 172 del codice della strada evidenziando che “nelle more di una revisione più generale, da subito vogliamo procedere alla modifica, prevedendo l’obbligo di installare dispositivi anti abbandono dei bambini sui seggiolini auto”, tanto da rendere “obbligatorio l’acquisto di un dispositivo elettronico che avvisa di aver dimenticato il proprio figlio in auto. Un modello come quello già in uso negli Stati Uniti. A sostegno dell’acquisto saranno previsti incentivi fiscali”.

In merito alla mobilità dolce invece “puntiamo a permettere ai motorini elettrici di potenza superiore ad 11 Kw, che possono essere guidati solo da maggiorenni, di circolare nelle autostrade e nelle principali strade extraurbane. Una misura che andrà a colmare un vuoto normativo e che ha l’obiettivo di incentivare l’uso di mezzi di trasporto a bassa emissione”,

Sull’ecobonus: “Oltre a regole chiare e cogenti, lo Stato userà leve, fiscali o comunque incentivanti, per incoraggiare un’edilizia di qualità”. Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli in audizione al Senato, sottolineando che “punteremo sulla stabilizzazione delle detrazioni fiscali come l’ecobonus”.

Sul sismabonus: “È inoltre intenzione di questa amministrazione facilitare il più possibile il ricorso al sismabonus. Questo strumento, infatti, non è stato ancora in grado di esprimere tutto il suo potenziale. Introdurremo quindi tipologie di certificazioni capaci di garantire i crediti di imposta, coinvolgere imprese certificate e semplificare le attività delle amministrazioni locali. Come? Attraverso la predisposizione – ha spiegato – di contratti differenziati per tipologia di intervento”.