Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Le città ripensate, urbanisticamente, in versione smart

Siamo a quota seicento partner a livello globale. Con un trend in continuo aumento. Mica male per Waze, la popolare app di navigazione che consente lo scambio di informazioni sul traffico ai 100 milioni di utenti attivi.

L’ufficializzazione del dato relativo all’andamento del suo “Connected Citizens Program”, promosso a fine 2014, apre un’interessante riflessione su quanti vi hanno aderito: città, istituzioni statali e amministrazioni locali, servizi di primo soccorso e altri ancora. E’ la conferma, ulteriore, di come la mobilità “intelligente” rappresenti una delle maggiori sfide (anche) delle “Smart city”. Gli agglomerati urbani, lo percepiamo tutti, andranno ripensati in funzione delle nuove necessità. Una viabilità ecosostenibile e autonoma, quanto più shared (condivisa) è, d’altronde, una delle parole chiave che caratterizzano il confronto tra gli urbanisti.

Avremo, stando alle previsioni, una mobilità green. La scelta di vetture elettriche, è bene rammentarlo, consentirà di abbattere le emissioni CO2 e, di conseguenza, di migliorare lo stato di salute delle cities. Le driverless, inoltre, andranno a modificare radicalmente il rapporto veicolo-automobilista. Le macchine saranno sempre di più noleggiate e sempre di meno acquistate. Che è un salto di paradigma eclatante, oggetto della riflessione del settore dell’automotive.

Reti di sistemi di comunicazione su larga scala che sfruttano tecnologie wireless per interconnettere gli autoveicoli in movimento e l’infrastruttura, Big data, machine learning, Internet of Things e cybersecurity hanno, e avranno, un notevole impatto sul nostro domani. Servono, però, progetti mirati sulle cose da fare. Una visione d’insieme. Altrimenti, si rischia che, una volta realizzati, siano già superati.